Come tarare la frizione di un mulinello da traina?

Tenente di Vascello
vincenzo84 (autore)
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- 1/23
Ciao a tutti
Ho acquistato pochi giorni fa una canna e un mulinello da traina per iniziare a fare questo tipo di pesca, che ho sempre praticato ma con una semplice lenza a mano, con questa nuova "tecnica" mai usata finora in quanto il tipo di imbarcazione che avevo non mi permetteva di montare i portacanne e tutto quanto il necessario per spingermi aldilà della traina costiera. Si tratta di una shimano tiagra 20/30 lbs con mulinello tyrnos 20 dotato di frizione a leva. Vorrei sapere se qualcuno di voi sa come posso tarare in maniera semplice e sicura la frizione del mulinello per evitare, quando sarà ora, di lasciarmi scappare eventuali prede.
Grazie
Sergente
miomare
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- 2/23
vincenzo84 ha scritto:
Ciao a tutti
.....tarare in maniera semplice e sicura la frizione del mulinello.......


L'azione della canna è 20/ 30 libbre, il monofilo o il dacron che impieghi come lenza madre avrà anch'esso un carico di azione, ma la frizione (a stella o a leva) del tuo mulinello dovrà essere regolata sul carico di rottura del tuo terminale (sempre sottodimensionato rispetto alla lenza madre).
Per regolare la frizione empiricamente è presto fatto, lasciando fuoriuscire dalla canna un paio di metri di terminale, assicuri a quest'ultimo un peso inferiore del 20% del carico di rottura del terminale stesso. Partirai con la frizione lenta e ad ogni prova la stringerai un po' sino a che il peso, in conseguenza dello strappo, ancorchè intervenga la frizione, si muoverà dalla sua posizione.
La tolleranza di sicurezza,(che per me ho stabilito pari al 20%) aumenta notevolmente quando peschi dandoti maggior tranquillità, perchè parte dello strappo in ferrata (tua o del pesce) verrà assorbito anche dall'elasticità in lunghezza della lenza (maggiore quanto maggiore è la distanza tra il cimino della canna e l'esca).
Occhio ai nodi di giunzione (sulle girelle o diretti) tra lenza madre e terminale e tra terminale ed esca! Rappresentano il punto più critico del sistema.
In molti casi il terminale è doppio (va dalla lenza madre all'esca e ritorna [senza nodo] in questo caso ovviamente il carico per la simulazione dovrà essere proporzionalmente dimensionato .
Col tempo imparerai ad "assaggiare" a mano la tua frizione in funzione dei terminali che impiegherai.
PANTA REI


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vincenzo84 (autore)
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- 3/23
Ciao Miomare
Volevo ringraziarti per la tua risposta. Volevo chiederti però ancora una cosa per capire meglio. Usando un monofilo da 0.50 mm come lenza madre e un terminale di 0.30 mm che peso dovre applicare, in termini di kg, al terminale che faccio fuoriuscire dalla canna? Poi una volta attacato il peso per la taratura devo partire con la frizione in posizione "free" e stringerla lentamente?
Sergente
miomare
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- 4/23
vincenzo84 ha scritto:
....Usando un monofilo da 0.50 mm come lenza madre e un terminale di 0.30 mm ........ devo partire con la frizione in posizione "free" e stringerla lentamente?.....


Ogni monofilo ha un suo punto critico caratteristico. Mediamente un buon monofilo del 30 sostiene fino a 9 Kg.( 20 lb.) ma ne esistono di più resistenti, dipende dai criteri realizzativi, dai materiali utilizzati e tutto questo impatta, ovviamente, sul costo degli stessi. Chiaro che l'azione insidiante aumenta con il diminuire delle dimensioni della lenza, le nuove tecnologie pertanto puntano su prodotti sempre più sottili (e quanto più invisibili possibile rispetto agli ambienti di pesca in cui vengono impiegati).
Il tuo pensiero è corretto, parti con la frizione completamente allentata (free).
Io, all'inizio, utilizzavo una tanica di plastica che riempivo d'acqua, sistema empirico ma abbastanza pratico, il peso specifico di 1 lt. d'acqua sappiamo che è qualche grammo inferiore al Kg.
Per il 20 lb. (9 Kg.) 7 lt. d'acqua.
La tua ferrata deve essere corta, decisa ma mai violenta, specialmente in condizioni "operative".
PANTA REI


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vincenzo84 (autore)
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- 5/23
Nel momento in cui recupero il pesce quindi la posizione della leva deve essere su strike e mai su full. In posizione strike la ferrata deve essere decisa ma mai troppo violenta quindi?
Sergente
miomare
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- 6/23
vincenzo84 ha scritto:
......... la posizione della leva deve essere su strike e mai su full. In posizione strike la ferrata deve essere decisa ma mai troppo violenta quindi?



La posizione strike è quella che permette la ferrata. L'avrai decisa tu tarando la tua frizione in funzione delle caratteristiche della lenza. Naturalmente, una volta allamata la preda che può (e si spera debba) essere molto più grande del carico di rottura del "sistema" [canna -lenza madre - terminale], dal tipo di reazione che la stessa preda ha sulla lenza, sarai in grado di dedurne più o meno combattività e dimensione, stabilòendo una strategia di recupero ed agendo conseguentemente sulla frizione.
Ad esempio, sono in traina di superficie ed arriva una abboccata, ferro ed attendo, in presenza di una reazione decisa allento leggermente e gradualmente la frizione in modo da permettere la fuga della preda facendo in modo da creare un minimo di freno sulla lenza che la preda si trascina. Quest'ultima fugge a bocca serrata pertanto non ossigena e, di conseguenza, dopo un po' è costretta a fermarsi per "prendere fiato", in quel momento, stringendo un po' la frizione (senza mai superare il punto di strike che ho stabilito) comincio a "pompare" cioè me la avvicino di peso alla barca. E' la canna che deve agire sulla lenza non il mulinello. metro per metro porto indietro la canna recuperando lenza in modo progressivo mai violento, poi la porto nuovamente avanti riavvolgendo rapidamente nel mulinello la quantità di lenza andata in bando, poi ripeto l'operazione passo passo (canna indietro poi avanti e recupero lenza in bando), piano e con calma, trascinando lentamente il pesce fin sotto bordo. Se la preda è di modeste dimensioni la tecnica è la stessa ma non si presenteranno fughe, solo qualche strattone che, se supera i livelli canonici, verrà assorbito dall'azione della frizione.
Faccio sempre molta attenzione al momento in cui la preda accosta e "vede" la barca. In quel momento, sia di modeste che di notevoli dimensioni, il pesce può reagire con violenza e picchiare verso il fondo. Io non lo contrasto mai e, se è proprio necessario afferrare il terminale per accostarlo al raffio o al coppo, lo faccio quando proprio mi da la certezza di non reagire più.
Afferrare il terminale con le mani implica la perdita dei vantaggi che offre il "sistema", il tratto che va dalla mano all'amo diviene rigido ed una reazione inaspettata del pesce potrebbe metterne a rischio la tenuta.
A seconda della combattività della preda ci possono essere più fughe, ad ognuna delle quali si deve reagire allo stesso modo. Si lascia andare allentando la frizione (ma non troppo) e quando la fuga si interrompe si stringe un po' la frizione e si ricomincia a "pompare".
Canna mulinello e lenza non sono concepite per essere un sistema di forza pertanto non vanno mai adoperate come tali, non si dispone di un "argano" ma di un sofisticato dispositivo che, se impiegato con la giusta tecnica, permette di sfiancare la preda ed avvicinarla con pazienza al coppo od al raffio.
In genere alla ferrata si ferma la barca, si recuperano, se presenti, altre lenze in mare per liberare lo specchio di poppa e permettere l'azione di pesca. Dico in genere perchè, a volte, se la preda supera le aspettative può essere necessario "inseguirla" nella fuga, recuperando nel frattempo lenza, per essere pronti a farle sentire l'amo e quindi a farla ripartire senza darle ..."tregua".
Tonni, boniti, grosse lampughe insegnano......
Ho provato a descriverti non certo benissimo come agisco io, chiaro che le variabili che potrebbero presentarsi durante il recupero di una preda possono implicare reazioni diverse più particolari ma di questo, come tutti coloro che partecipano al Forum e sono appassionati di traina sanno, si potrebbe parlare all'infinito.
Ricorda, inoltre, che ogni specie di preda ha una sua reazione caratteristica.
Degli ottimi consigli sulla tecnica della traina puoi trovarli su pubblicazioni specializzate, es: "Tutto sulla piccola e media traina" di Giannini edito da Olimpia oppure, sempre di Olimpia, "La pesca a traina" di Anelli Mancini e Panerai.
PANTA REI


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- 7/23
Grazie Miomare seguirò i tuoi consigli
Sergente
miomare
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- 8/23
vincenzo84 ha scritto:
Grazie Miomare seguirò i tuoi consigli


Sono poche cose ed empiriche, basate più sull'esperienza personale fatta praticamente che seguendo i "dettami canonici" al riguardo, però con me all'inizio hanno funzionato, spero sia così anche per te.
Ricorda che puoi trainare sia in superficie (traina leggera/ media) che facendo scendere la tua lenza a profondità più o meno stabilite (traina media/ big game), dipende da cosa cerchi di pescare (pelagici, pesce bianco di superficie, pesci di fondale).
Dovrai, pertanto, spesso piombare la tua lenza.
Io di solito uso, come lenza madre, del dacron piombato (ce ne sono di varie dimensioni, è un po caro ma, imho, vale tutto quello che lo paghi). Tale tipologia di lenza vuole un po' di manutenzione (va lavata abbondantemente con acqua dolce dopo ogni pescata e ogni mese va svolta, lasciata sempre in acqua dolce per almeno un paio d'ore, fatta asciugare quindi riavvolta sul mulinello) ma è ottima per evitare l'aggancio di notevoli pesi sulla lenza. Un codice colori, stampato sul dacron stesso, ti indica l'affondamento della lenza madre in funzione della tua velocità e del quantitativo di lenza che è in mare. Tale prodotto si presta benissimo per la traina leggera/media e ti fa risparmiare sul peso da aggiungere in caso tu voglia far affondare maggiormente l'esca .
Per quanto riguarda i piombi, personalmente preferisco piombi con attacco rapido per ridurre al minimo il contatto delle mie mani con la lenza in fase di recupero. Un piombo fisso ti costringe a gestire a mano tutto il recupero della lenza dalla sua giunzione fino alla preda.
Scelgo, inoltre, quando è possibile, montature che permettano il transito della giunzione lenza madre/terminale nei passanti o nelle carrucole della canna (giunzione diretta o girelle a cilindro), in modo da mantenere la preda attaccata, il maggior tempo possibile sotto il controllo della canna e del suo potere assorbente e, soprattutto, della frizione del mulinello.
Girelle che non transitano attraverso i passanti, creando uno "stop" lla linea, ti costringono, come nel caso del piombo fisso, a duellare con la tua preda "a mano" per tutta la lunghezza del terminale. A volte questo è inevitabile ma quando è possibile (traina leggera/media) tale espediente può ridurre i rischi di sovraccarico in caso di fughe improvvise della preda. Come ti ho già detto quando afferri la lenza con le mani il "sistema" diviene rigido e insorgono grossi rischi.
In genere si usa piombare il terminale poco dopo la sua giunzione con la lenza madre. questo per ridurre il rischio, in caso di incaglio, di perdere metri preziosi di lenza madre, normalmente più costosa. Io invece,se voglio far affondare maggiormente la mia lenza, sono solito agganciare il piombo sulla lenza madre poco prima dell'attacco del terminale (quest'ultimo lo mantengo sui 15 mt.). Vero è che in caso di incaglio rischio la lenza madre ma, a mio parere, evito di sovraccaricare la giunzione tra lenza madre e terminale, uno dei punti più critici del "sistema" , assieme a quello rappresentato della legatura dell'amo (o ami) su cui monto l'esca oppure dell'artificiale che impiego.
Occhio quindi ai nodi, ogni montatura ha i suoi.
Pesi e dimensioni dei piombi, velocità di traina e lunghezza dei terminali variano al variare della preda che vuoi insidiare.
Proprio qui sul sito puoi trovare in merito ottimi consigli, leggendo un po' . Ho constatato che c'è gente molto più preparata di me.
PANTA REI


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vincenzo84 (autore)
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- 9/23
Guarda finora io come ti dicexo ho praticato la pesca a traina solo con le lenze a mano in quanto la barca che avevo non permetteva molto, era una piccola lancia quindi....Ora ho preso un open da 5.60 mt quindi posso fare tutto un altro tipo di pesca. Sinceramente non ho mai usato piombare la lenza ma ho ottenuto ottimi risultati,anche perchè i nostri mari e in particolare lo ionio è abbastanza roccioso sotto con il rischio di perdere molte volte diversi artificiali. Di solito molti usano il vivo per pescare prede di una certa portata, tipo tonni da 100 150 kg oppure aguglie imperiali ecc io per ora mi sono "interessato" a prede più piccole ma sempre molto piacevoli da pescare tipo ricciole, lampughe o tonni di un paio si chili. A tal proposito volevo chiederti sai indicarmi degli artificiali che offrono ottimi risultati? Quest'anno a settembre vorrei utilizzare sia le piume con testa piombata sia i rapala con paletta affondante sperando di riuscire ad insidiare prede più consistenti. Tu che ne pensi?
Sergente
miomare
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- 10/23
vincenzo84 ha scritto:
........vorrei utilizzare sia le piume con testa piombata sia i rapala con paletta affondante ........


Sia le "testine", piume piombate o piume giapponesi, che i rapala cd magnum e sliver sono ottimi per il pelagico azzurro, tonnetti di branco, palamiti, lampughe, aguglie imperiali Chiaro che i "nonni" vogliono esche vive, con gli artificiali non ho mai preso pesci sopra i 10 Kg ad eccezione di qualche bel dentice a fondo e soltanto in Grecia o a Malta. Anche il serra non disdegna tali esche, ma, quando c'è, il serra attacca a tutto ciò che fa casìno in acqua (unico rischio è che, con la sua dentatura, tagli il terminale poco prima dell'esca. Per lui ci vuole il finalino d'cciaio).
Considerato che non sei un neofita posso senzaltro garantirti che il "gioco", dalla lenza a mano alla canna, non cambia molto.
Considera che a Lampedusa, dove spendo almeno una settimanella ogni anno, i pescatori di mestiere pescano professionalmente soltanto a traina e a bolentino e, ovviamente, con lenze a mano.
Li ho visti spesso rientrare da "levante" o da "mezzogiorno", le due secche più vicine all'isola (18 - 20 miglia), con tre quattro quintali di ricciole fatte a traina.
Personalmente per i serranidi e il loro modo di mangiare io stesso preferisco la lenza a mano, sopra i 10 -15 chili, lecce e ricciole difficilmente reagiscono con violenza. Il problema è che vogliono solo esche vive, difficili da procurarsi se non si conosce qualche "CapoParanza" (il top è la seppia ma deve essere vispa e ben colorata).
Se scendi in traina lungo le cigliate sotto i 70 mt. il cd magnum testa rossa (anche se sotto i 15 mt. diventa tutto grigio) è irresistibile per qualsiasi dentice e, in genere anche per i serranidi, (cirenghe o dotti). In questo caso, tuttavia, per affondare bene la lenza dovresti caricare sul mulinello del "monel" (filo in acciaio) e utilizzare piombi guardiani di una certa consistenza .....
Personalmente non credo negli affondatori. Ne ho due ma non mi hanno mai dato soddisfazioni.
PANTA REI


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