Che ne pensate delle promesse del ministro Matteoli? [pag. 2]

Al di là delle promesse da marinaio, per usare un termine confacente alla situazione, penso che una vera e propria liberalizzazione (leggi gratuità) dei posti barca e degli scivoli non vi sarà mai per via del fatto che le amministrazioni locali non hanno fondi da destinare alle strutture per il diporto e quindi affidano la gestione ai privati.
Il privato ovviamente ha dei costi di gestione e pertanto si fa necessariamente pagare.
Una cosa che però si dovrebbe fare sarebbe la standardizzazione dei prezzi: un listino nazionale, magari con dei coefficienti applicabili a secondo della posizione geografica, al quale ogni gestore dovrebbe attenersi, così da trieste a lampedusa uno sa quanto deve spendere per un posto barca, non così com'è adesso che da una zona all'altra c'è un abisso.
Obbligatoriamente una parte del canone dovrebbe destinarsi alle innovazioni infrastrutturali, perchè altrimenti siamo bravi tutti a guadagnare senza dar nulla alla collettività.

Io penso che questo governo è il Governo solo delle grandi opere, perciò uno scivolo non rientrerà mai in una grande Opera.
Di certo per noi lo scivolo e cosa più gradita di un grande porto turistico con posti barca dai costi astronomici.
Ma fare un grande porto garantisce al politico di affidare poi i lavori di costruzione al costruttore che poi sappia ricambiare.
Perciò molto meglio le grandi opere che poi si notano di più che tante piccole cose importanti.

poigps ha scritto:

Al di là delle promesse da marinaio, per usare un termine confacente alla situazione, penso che una vera e propria liberalizzazione (leggi gratuità) dei posti barca e degli scivoli non vi sarà mai per via del fatto che le amministrazioni locali non hanno fondi da destinare alle strutture per il diporto e quindi affidano la gestione ai privati.
Il privato ovviamente ha dei costi di gestione e pertanto si fa necessariamente pagare.
Una cosa che però si dovrebbe fare sarebbe la standardizzazione dei prezzi: un listino nazionale, magari con dei coefficienti applicabili a secondo della posizione geografica, al quale ogni gestore dovrebbe attenersi, così da trieste a lampedusa uno sa quanto deve spendere per un posto barca, non così com'è adesso che da una zona all'altra c'è un abisso.
Obbligatoriamente una parte del canone dovrebbe destinarsi alle innovazioni infrastrutturali, perchè altrimenti siamo bravi tutti a guadagnare senza dar nulla alla collettività.

quoto al 100%

SOGNOLO ha scritto:

Io penso che questo governo è il Governo solo delle grandi opere, perciò uno scivolo non rientrerà mai in una grande Opera.
Di certo per noi lo scivolo e cosa più gradita di un grande porto turistico con posti barca dai costi astronomici.
Ma fare un grande porto garantisce al politico di affidare poi i lavori di costruzione al costruttore che poi sappia ricambiare.
Perciò molto meglio le grandi opere che poi si notano di più che tante piccole cose importanti.

...e che ce vò! Basta fare uno scivolo largo 5 Km gratuito con parcheggi per 20000 carrelli e 45000 veicoli ( ) con annesso centro commerciale e entrata a pedaggio, dato in finanziamento tramite il Project Financing alla Impregilo S.p.A. (con finanziamento d'emergnza tramite la Protezione Civile, trattativa privata e diretta) ed il gioco è fatto!



G

Albertpd ha scritto:

Vabbè la storia delle 5,99 e 6 non ha molto senso, bisogna per forza mettere dei paletti in quel genere di cose.
Anche se sono d'accordo che la nuova zattera sia una bella rottura, difatti non l'ho...

Io non penso che per forza bisogna mettere dei paletti, la questione è: serve oppure non serve.

Se serve allora è giusto l'obbligo di averla a bordo senza i ""paletti" del caso alla stregua della ciambella e dei giubbotti di salvataggio, (imho con mare in aumento e vento teso, anche a 3 miglia ci puoi lasciare le piume) se, invece, non serve (cosa molto probabile) è solo una scusa per far spendere ulteriori soldi.

Quoto il Doc.
Si era partiti bene con l'idea di responsabilizzare il comandante, ma poi questo principio è stato continuamente tradito dalle norme che impongono di portare con sè oggetti che, nella maggior parte dei casi, servono poco o nulla.