La mia privacy non c'è più [pag. 3]

Capitano di Corvetta
Lampedusano (autore)
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- 21/36
t.prata ha scritto:
Lampedusano ha scritto:
t.prata ha scritto:


...Cioè una cosa che ho detto ma di cui non mi voglio assumere la responsabilità??? .... basterebbe allora solo essere responsabili per ciò che si scrive, che si dice e si fa e non dovresti avere timore degli altri... o sbaglio?


Si ho paura di chi usa l'ingenuità o la rabbia delle persone intelligenti


... scusa ma non capisco come e a quale fine si possa usare l'ingenuità o la rabbia delle persone??...


Se non si vuol capire è inutile continuare, importante è (senza offesa o riferimento a nessuno)la parola che completa "intelligenti"dopo persone
Con questo saluto tutti
Buon mare e....... al prossimo argomento
Ammiraglio di squadra
Yatar1963
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- 22/36
Ho visto un interessante docvumenatrio, alcuni giorni fa.
La tesi sosteneva che una "internet gratis" ha un prezzo: il monitoraggio della vostra privacy e delle vostre abitudini
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Site Admin
VanBob
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- 23/36
Soldi!
Sempre e solo soldi!

Tutte le informazioni che su di noi mettiamo in rete sono leggibili da chiunque e "profilano" la popolazione.
La profilazione si paga (almeno fino ad oggi) e comunque vorrei essere IO a decidere se voglio partecipare a una profilazione dell apopolazione oppure no.

Sono altresì conscio che mi profilano (più o meno segretamente) anche in altri modi:
- bancomat e carte di credito: quanto spendo, dove spendo e per quali articoli spendo
- cellulare: sanno dove sono in ogni momento della mia giornata, dove chiamo, etc
- telepass: sanno quando vado, dove vado e che mezzo utilizzo
- prenotazioni vari sui internet: c'è bisogno che lo spiego???

Sono solo alcuni esempi... ce ne sono altre centinaia di cui non saprete mai!
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Capitano di Corvetta
Lampedusano (autore)
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- 24/36
VanBob ha scritto:
Soldi!
Sempre e solo soldi!

Tutte le informazioni che su di noi mettiamo in rete sono leggibili da chiunque e "profilano" la popolazione.
La profilazione si paga (almeno fino ad oggi) e comunque vorrei essere IO a decidere se voglio partecipare a una profilazione dell apopolazione oppure no.

Sono altresì conscio che mi profilano (più o meno segretamente) anche in altri modi:
- bancomat e carte di credito: quanto spendo, dove spendo e per quali articoli spendo
- cellulare: sanno dove sono in ogni momento della mia giornata, dove chiamo, etc
- telepass: sanno quando vado, dove vado e che mezzo utilizzo
- prenotazioni vari sui internet: c'è bisogno che lo spiego???

Sono solo alcuni esempi... ce ne sono altre centinaia di cui non saprete mai!


Anche a te GRAZIE per l'esplicativo, ma ero convinto che questo non serviva, invece.................... ancora GRAZIE
Forse aggiungerei che molto spesso quello che "tu" dici, pubblichi,o solamente pensi, viene usato in politica e per politica anche quando tu sei lontano dal pensarlo
Ammiraglio di squadra
La capitana
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Alcuni argomenti per spiegare cosa rischiamo su Facebook:

Facebook, le app sapranno dove abitate

Dati personali come quelli relativi all'indirizzo e il numero di telefono cellulare saranno rese accessibili alle varie applicazioni presenti sul sito in blu. Gli esperti in sicurezza consigliano di rimuoverle in massa
Roma - Ad annunciarlo è stato un post apparso sul developer blog di Facebook: alcune significative informazioni personali degli utenti verranno rese accessibili con le API dello User Graph Project del sito in blu. In altre parole, dati come quelli relativi ad indirizzi fisici e numeri di telefono cellulare saranno a disposizione delle più svariate applicazioni presenti sul social network.

Facebook ha subito sottolineato come sia stata prevista una specifica finestra di dialogo con l'utente, in cui verranno indicate le particolare richieste di ciascuna delle app. In primis informazioni definite basic, tra cui nomi completi, user ID, liste di contatti. Poi verrà specificata una richiesta d'accesso alle informazioni di contatto, appunto l'indirizzo fisico e il numero di telefono cellulare di un iscritto.

La novità ha messo in allarme la comunità degli esperti in sicurezza informatica. Graham Cluley, analista presso la società specializzata Sophos, ha così messo in guardia 500 milioni di utenti. I dati personali potrebbero più facilmente finire tra le grinfie di app malintenzionate, soprattutto quelle gestite da scammer e affini. Il consiglio è di rimuovere al più presto questa tipologia di informazioni dal sito in blu.
Su una cosa ha però insistito Facebook: gli utenti dovranno fornire il proprio esplicito consenso prima che le app possano avere accesso ai dati. C'è chi ha subito sottolineato come la stessa finestra di dialogo non sia particolarmente chiara, con la specifica richiesta messa in fondo e dunque non immediatamente visibile a quegli utenti più superficiali. Il rischio è che questi procedano all'autorizzazione per la fretta di piantare zucchine con Farmville.


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Facebook: la pubblicità siete voi

Le storie sponsorizzate trasformeranno le attività degli utenti in advertising social. Like e check-in verranno spostati in un riquadro brandizzato, con il marchio di società come Coca-Cola e Starbucks
Roma - Hanno deciso di chiamarle storie sponsorizzate, in arrivo a breve su milioni di bacheche in blu. Sponsored Stories è la nuova trovata pubblicitaria del gigante Facebook, nel tentativo di trasformare le varie attività social dei suoi utenti in una redditizia fonte pubblicitaria.

Più di 500 milioni di iscritti trasformati in veicoli brandizzati, lanciati a tutta velocità sulla piattaforma di Mark Zuckerberg. Tredici colossi del mercato sono già pronti a partire, da Coca-Cola Company a Levi's passando per grandi organizzazioni umanitarie come Amnesty International.

Ma come funziona la feature pubblicitaria Sponsored Stories? Un video caricato dai responsabili del sito in blu ha fatto luce sui primi dettagli dell'operazione. Un comune utente di Facebook entra in uno qualsiasi dei punti vendita della catena di caffetterie Starbucks. Ovviamente lo comunica in tempo reale a tutti i suoi contatti.
Normalmente questo check-in si perderebbe nel continuo flusso di post, impedendo al sito in blu di monetizzarlo a dovere. Qui la nuova trovata: la segnalazione finisce in uno specifico riquadro sulla destra dello schermo, accompagnata dal marchio di Starbucks e dall'inevitabile pulsante like riferito alla catena di caffetterie.

Questi aggiornamenti personali verranno così trasformati in messaggi pubblicitari, legati non soltanto ai check-in, ma anche ai vari "mi piace" degli utenti. Un sistema che ricorda da vicino i cinguettii promozionali di Twitter e che potrebbe contribuire al già redditizio business pubblicitario di Facebook.

C'è chi ha storto il naso, ponendosi i primi interrogativi. Cosa accadrebbe se un utente parlasse male del caffè di Starbucks? I vari check-in rimarrebbero comunque commentabili dagli iscritti al sito in blu. E soprattutto, perché gli stessi utenti non dovrebbero reclamare una fetta dei guadagni di Facebook? La pubblicità, in fondo, è veicolata dalle loro esistenze social.

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Facebook, confronto all'americana

Riconoscimento facciale suggerito per ogni volto da taggare in una foto caricata
Roma - Facebook ha annunciato l'adozione dell'opzione Tag Suggestions, che utilizza un software per il riconoscimento facciale per facilitare (suggerendo corrispondenze) l'operazione di tagging dei volti individuati.

Si tratta di una tecnologia sviluppata all'interno di Facebook con la collaborazione di partner esterni: non sono stati nominati, ma tra i candidati più papabili vi è il servizio Face.com, recentemente apparso sul social network in blu.

A luglio Facebook aveva adottato una speciale feature per la selezione automatica dei volti all'interno delle foto: quello di oggi rappresenta un ulteriore passo per il social network sul fronte dei tag (che ritiene fondamentale per il suo servizio di condivisione foto), ma al contempo è una grande ulteriore preoccupazione per coloro che sono sensibili ai problemi della privacy e che vedono con diffidenza il convergere automatico di sempre più informazioni.
Tecnologicamente non è una novità: già Google nel suo servizio di Picasaha un servizio molto simile, così come Apple in iPhoto per gli utenti OS X.

Allo stesso modo degli epigoni servizi di Mountain View e Cupertino, quello offerto ora da Facebook (a partire dalla prossima settimana negli Stati Uniti) provvederà a ricercare somiglianze nei volti della nuova foto caricata con quelle già taggate dall'utente completando il campo "Chi è?" con dei suggerimenti.

Già Facebook, peraltro, aveva aggiunto la possibilità di taggare contemporaneamente un gruppo di foto, in modo di salvare una volta per tutte l'individuazione della persona presente in esse. Quello che cambia con l'adozione di questa tecnologia da parte di Facebook è però nelle misure: sul social network in blu vengono attualmente effettuati 100 milioni di tag al giorno, da parte del 99 per cento dei suoi utenti.

Per questo una minima precauzione di privacy è stata pensata dall'amministratore: si tratta della consueta possibilità di opt-out per togliere il proprio nome da quelli che il social network può suggerire. È sufficiente disattivare la funzione attraverso le proprie impostazioni sulla privacy.


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Phishing, solo la nuda verità

Uomo reo confesso arrestato per aver rubato foto piccanti da account email e averle pubblicate sul profilo Facebook delle vittime. Là dove tutto era iniziato
Roma - George Bronk, 23enne californiano, si è dichiarato colpevole del reato di violazione informatica, furto di identità e detenzione di materiale pedopornografico. Rischia ora una condanna fino a 6 anni di prigione e l'iscrizione nel registro dei molestatori sessuali.

Arrestato alla fine di ottobre dopo che la polizia aveva trovato prove dell'intrusione in più di 3.200 account, il ragazzo usava una tecnica di phishing: visionava le pagine Facebook delle vittime con email pubblica alla ricerca delle risposte alle domande di sicurezza di servizi email web-based come Gmail e Yahoo! mail. Se le indovinava provvedeva a cambiare la password escludendo il proprietario originario e poi passava in rassegna le missive private alla ricerca di qualcosa di interessante.

Il fatto che con questa tecnica mista di phishing e cracking sia riuscito ad entrare in più di 3mila account la dice lunga sull'attenzione alla sicurezza delle sue vittime. Oltretutto alcune di esse utilizzavano la casella di posta anche per scambiare materiale scottante.
La polizia ha infatti trovato sul computer di Bronk più di 170 foto esplicite di donne residenti in California, altri 16 stati e in Gran Bretagna: in 172 degli account crackati, Bronk ha trovato foto delle proprietarie degli account nude o seminude. E, per lo scoramento delle vittime, ha provveduto ad inviarle a tutti gli indirizzi della rubrica o in alcuni casi a pubblicarle lì dove tutto era iniziato: sul profilo Facebook delle vittime.

In uno dei casi, secondo le indagini, Bronk ha anche ricattato la vittima per farsi inviare altro materiale ancora più compromettente. Ad un'altra vittima ha detto di averlo fatto "perché era divertente".

Solo 46 sono le vittime finora individuate dalla polizia che sta seguendo i tag delle foto: ne deve ancora interrogare circa 3.200.

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Devo continuare ?
Rolling Eyes
Capitano di Fregata
Davidino
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@la capitana
"Facebook, le app sapranno dove abitate"
Per sapere dove abito e il mio numero di telefono esistono le pagine bianche, questo lo sapeva anche mio nonno ai suoi tempi.

"Facebook: la pubblicità siete voi"
Lo fà già youtube quando postiamo i video e ci carica la pubblicità nei primi secondi.

"Phishing, solo la nuda verità"
I reati accadono ogni giorno anche in strada.


@vanbob
Quindi se sei al corrente che come ti muovi sei controllato, non è solo questione di facebook.
E poi hai dimenticato che sei controllato anche quando passeggi per strada (migliaia di telecamere in ogni via) e quando giochi alla consolle in rete con il tuo profilo (specialmente l'xbox che ha anche la webcam).

Ma tutto questo, si, a scopo di lucro, ok, potrebbe per una volta avere anche un riscontro positivo? Potrebbe dar modo alle autorità di anticipare violazioni che poi si leggono sui giornali?
Potrebbe stanare attività di pedopornografia che prima rimanevano protette dalla privacy.

Tante domande con tante risposte. Al militare c'era una domanda così: " Ti senti mai seguito o controllato?". Io risposi di no.
Avevo Sad Marshall m90 RT - Yamaha 40cv 4t CETL - ECO Garmin Fishfinder 400c - GPS Geonav 3c - VHF ICOM ic-m411

https://www.gommonauti.it/ptopic29811.html&highlight=
Ammiraglio di squadra
MaxM100
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La capitana ha scritto:
Devo continuare ?


Si dai, tira fuori qualcosa su Ebay, Paypal, sui fornitori di email gratuite ... con sede fuori dall'Italia.
C'è da divertirsi Sbellica
2° Capo
t.prata
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VanBob ha scritto:
Soldi!
Sempre e solo soldi!

Tutte le informazioni che su di noi mettiamo in rete sono leggibili da chiunque e "profilano" la popolazione.
La profilazione si paga (almeno fino ad oggi) e comunque vorrei essere IO a decidere se voglio partecipare a una profilazione dell apopolazione oppure no.

Sono altresì conscio che mi profilano (più o meno segretamente) anche in altri modi:
- bancomat e carte di credito: quanto spendo, dove spendo e per quali articoli spendo
- cellulare: sanno dove sono in ogni momento della mia giornata, dove chiamo, etc
- telepass: sanno quando vado, dove vado e che mezzo utilizzo
- prenotazioni vari sui internet: c'è bisogno che lo spiego???

Sono solo alcuni esempi... ce ne sono altre centinaia di cui non saprete mai!



Scusate ma se sappiamo tutti che ci "profilano" (credo che con il termine si intenda la definizione delle caratteristiche di un utente) in maniera più o meno consapevole mi sembra evidente che un comportamento responsabile (usare la testa sempre) ci salva e ci mette al sicuro da qualsiasi "intrusione"... su facebook così come su altri siti o al telefono (sapendo quanto detto fino ad ora) mi sembra logico fare attenzione a cosa si dice... fermo restando che se una persona si comporta secondo coscienza rispettando le regole e le leggi poco importa che gli altri sappiano dove sia, cosa faccia, cosa mangi o come spenda i soldi....

Una volta che hanno individuato le mie caratteristiche e le vendono per soldi alle aziende o a chi vogliono loro poco mi importa.

Mi vergognerei molto di più se fossi quello che vende i profili caratteriali degli utenti più che uno dei profili venduti... in questo caso mi domanderei se sto agendo responsabilimente e in maniera "etica"... come dice Van sempre schiavi del "Dio" denaro!!! Ma un giorno finirà questa schiavitù?????
Ammiraglio di squadra
La capitana
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MaxM100 ha scritto:
La capitana ha scritto:
Devo continuare ?


Si dai, tira fuori qualcosa su Ebay, Paypal, sui fornitori di email gratuite ... con sede fuori dall'Italia.
C'è da divertirsi Sbellica


Ehhh ma tu mi vuoi far lavorare Razz
Capitano di Corvetta
Lampedusano (autore)
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Lampedusano ha scritto:
Ecco cosa succede a nostra insaputa

https://www.grnet.it/news/95-news/1968-facebook-il-ministero-degli-interni-ha-ottenuto-le-chiavi-per-entrare-nei-profili.html


Forse abbiamo perso le origini della discussione, non è facebook il problema ma solo una conseguenza.
Quello che riporta l'articolo è che a nostra insaputa il ministero degli interni, di qualsiasi entità politica esso sia,chiede di essere autorizzato ad entrare sui profili di
chiunque senza dover chiedere nessuna autorizzazione ad alcun Giudice, ed Io aggiungo, mentre si fanno le leggi per vietare ai Giudici di intercettare,.
Non è un controsenso?
Sailornet