Io non li sento Italiani! [pag. 2]

Yatar1963 ha scritto:

Oppure: art 18 applicato alle piccole imprese. Licenziare per motivi economici costerà circa 50.000 € + il TFR + l'avvocato
a) secondo voi è un incentivo al lavoro stabile o a quello precario?
b) se una dittatrella licenzia per motivi economici, dove li trova i 50.000 €???

Oppure disincentivo del precariato: con la premessa di prima, una piccola ditta assumerà precari. Poco gli frega se costano qualcosa in più di contributi e dopo 3 anni non li rinnova
Una grande ditta che specula sul lavoro perchè questo è il suo vero businnes invece ci va a nozze

Questo è il problema, l'italia in maggior parte è fatta di PMI, io facce parte di una di queste, e la mia riflessione è questa, come di altri collegi, ma se ho un picco di lavoro e potre assumere 1/2 persone, poi devo temermeli a vita, allora non assumo, ma mi affido alle agenzie di lavoro temporaneo, è vero che pago il doppio di quanto mi costerebbe un diopendente, ma a fine contratto 10 giorni o 6 mesi il dipendente se nè va a casa precario tanto quanto prima e io non ho rogne di alcun genere.
Con la differenza che io ho speso di più per pagare anche l'agenzia e il dipendente si è portato a casa la metà di quello che avrebbe potuto prendere se fosse stato assunto direttamente, inoltre il dipendente era precario e precario è rimasto.
Altro problema, non investo in formazione su una persona che tanto sò che poi tra 10 giorni o 6 mesi non farà più parte del mio organico, quindi io non cresco, lui non impara e sempre precari rimaniamo in in due.

Invece datemi la possibilità di dare qualcosa in più al dipendente e pagare meno tasse in busta, ma anche di essere flessibile, se ho un picco di lavoro ti assumo, altrimentoi no....non ho questa possibilità, ok nè prendo atto e non assumo, vado all'estero, uso le agenzie di lavoro.
Questo non va bene nè all'azienda, nè al dipendente, in tutti e due i casi non si cresce.
Se questa è la ricetta per rilanciare il mercato del lavoro e l'economia, bhe io guardo altrove, ma non certo in italia.

Probabilmente ci meritiamo tutto questo....

BULLE II ha scritto:

come di altri collegi, ma se ho un picco di lavoro e potre assumere 1/2 persone, poi devo temermeli a vita, allora non assumo, ma mi affido alle agenzie di lavoro temporaneo, è vero che pago il doppio di quanto mi costerebbe un diopendente, ma a fine contratto 10 giorni o 6 mesi il dipendente se nè va a casa precario tanto quanto prima e io non ho rogne di alcun genere.
Con la differenza che io ho speso di più per pagare anche l'agenzia e il dipendente si è portato a casa la metà di quello che avrebbe potuto prendere se fosse stato assunto direttamente, inoltre il dipendente era precario e precario è rimasto.
Altro problema, non investo in formazione su una persona che tanto sò che poi tra 10 giorni o 6 mesi non farà più parte del mio organico, quindi io non cresco, lui non impara e sempre precari rimaniamo in in due.

In 5 righe avresti fatto una lezione magistrale ad un premio nobel e ad una banda di professoroni e grandi manager se non fosse che.... lo sanno benissimo!
Per questo distolgono l'attezione nell'aizzare padre e figlio.

Le agenzie interinali si sa da chi normalmente sono gestite e chi ne tira le fila...
Un operaio più ricco compra di più e conseguentemente anche l'impresa vende di più
Ma se i costi vanno in tasca ad altri l'impresa non prende, ma paga solo

Yatar1963 ha scritto:

In 5 righe avresti fatto una lezione magistrale ad un premio nobel e ad una banda di professoroni e grandi manager se non fosse che.... lo sanno benissimo!

Il fatto che lo lo sappiano non mi conforta, anzi mi fa pensare che siamo caduti dalla padella alla brace.....e ci stupiamo se le aziende scappano dall'italia e che le aziende estere non investono neanche un centesimo in italia?
Per come la penso io oggi l'italia sul mercato vale zero, se la comparassimo a una qualsiasi azienda, io non la comprerei e infatti gli ivestitori vanno verso altri lidi.

che Dio ce la mandi buona.Io il futuro per i nostri figli lo vedo nerissimo.

Ieri in TV un'imprenditrice molto intelligete ha detto: "piccoli imprenditori ed operai sono nella stessa barca e dalla stessa parte"

Bel concetto, ma grave! La natura economica vuole che vi sia (almeno formalmente) una contrapposizione
L'operaio non dovrebbe entrare nel "rischio d'impresa" mentre l'imprenditore dovrebbe tarre opportunità di crescita da una corretta politica dei redditi dei dipendenti volta a garantire un moderato ma diffisu benessere

Oggi invece falliscono prima gli operai e a seguire le aziende...