[25 aprile] Leros, Grecia, settembre '43

Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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Quest'anno il Presidente della Repubblica ha voluto ricordare la strage di Kos e con essa aprire uno spiraglio storico sulla tragedia del Dodecaneso.

A me piace ricordare un accadimento ignoto ai più forse perché privo di bandiere da sventolare o retorica da propinare: la strenua e formidabile resistenza del presidio dell’Isola di Leros (12/9/1943-17/11/1943).
Ovvero le tragiche, epiche vicende un gruppo di Italiani a cui erano già ben noti sia gli accadimenti di Cefalonia, sia le migliaia di prigionieri vittime dei siluramenti inglesi nel trasferimento ad Atene, ma che, a prescindere da livello sociale, provenienza, cultura, grado o ideologia, lottarono uniti per un unico semplice obbiettivo: portare a casa la pelle, imho

Un governo abile nel pensare ai propri privilegi, incompetente e impreparato a temi bellico-tecnico-giuridici, com’è ormai stato ormai ampiamente accertato da storici di diversa estrazione e Paese e per stessa ammissione postuma di Badoglio, lasciò loro l’opzione se essere “banditi o traditori”

Piccola, frastagliata e montuosa isola di 53 kmq appartenente all’arcipelago del Dodecaneso, 15-20 mn la separano a est dalla costa turca e a sud da Kos. Eccezionale porto naturale, leros fu la principale base operativa e arsenale della flotta Italiana in Egeo.
Ecco, in sintesi, la storia di quelle epiche e tragiche vicende, i cui insegnamenti mantengono valenza attuale.

[25 aprile] Leros, Grecia, settembre '43


L’8 settembre 1943, si stima che il piccolo presidio al comando dell’ammiraglio Luigi Mascherpa contasse circa 6.000 militari italiani, di cui 4000 marinai, 1200 fanti, 400 avieri, 40 carabinieri, 20 finanzieri, 400 appartenenti alla milizia territoriali. Difesa a terra da 24 batterie di cannoni e mitragliatrici vario tipo posizionate sulle alture con funzione di antiaerea e antinave. In mare l’Euro, l’unico cacciatorpediniere rientrato in tutta fretta e un pugno di siluranti. In cielo solo 7 idrovolanti da ricognizione. Ultimo ordine ricevuto: “resistere in armi ad ogni minaccia, ancorché tedesca”

Nel mezzo, l’idea di Churchill di aprire un ulteriore fronte impossessandosi del Dodecaneso, senza però essere in grado di schierare adeguate forze.

In accordo con l’ex comando di Rodi, il 12 settembre i primi delegati inglesi giunsero sull’isola e, nei giorni a seguire, circa 3.000 veterani ben addestrati, ma poco armati (una 15ina di pezzi d’artiglieria leggera)
Tre cacciatorpediniere inglesi e uno greco, il Vasilissa Olga. Nessun aereo.
I rapporti tra italiani e inglesi, formalmente corretti restarono però sempre improntati alla reciproca diffidenza, seppur obbiettivamente giustificata da un paio di spiacevoli episodi da ambo le parti.
Unica condizione posta unanimemente dal corpo ufficiali: mantenere la bandiera italiana.

Caduta Rodi ed il suo comando, e a seguire Kos, Karpathos, Astypalaia, e quasi tutte le isole minori ad eccezione di Kalymnos e Samos, lasciandola priva di difese aeree, il 26 settembre alle 9.05 iniziò il lungo assedio e l’attacco tedesco su leros.
Il Vasilissa Olga fu subito colpito e affondato proprio mentre a bordo erano in visita i bambini delle scuole locali, aggiungendo vittime innocenti alle vittime predestinate.
Fino al 31 ottobre decine di quotidiane incursioni aeree. Distrutta, la base presso la capitale Lakki (Portolago) restò operativa possedendo ogni edificio una grotta in cui proseguire le attività. I villaggi dei civili greci, chiese ed ospedali subirono analoga sorte.
Le batterie di difesa spararono con una frequenza tale fino quasi a fondere o a rompere molti dei pezzi, ma in qualche modo la maggior parte restarono sempre operative.

Leggendarie le più disparate tecniche e le coraggiose astuzie adottate dalla efficacissima difesa contraerea, pericolosa al punto tale che col crescere della battaglia si scatenarono veri e propri impari duelli diretti tra aviatori tedeschi e le varie postazioni di difesa italiane che abbatterono un centinaio di aerei attaccanti.

Il 1° ottobre anche l’Euro venne affondato. I marinai superstiti, recuperate le poche armi, continuarono a combattere a terra. Il il 6 il presidio italo-inglese di Kalymnos riparò in Turchia, il 7 fu catturata dai tedeschi che la usarono per cannnoneggiare leros, distante poche miglia.

Cadute ormai tutte le isole, Samos e Kastelloritzo escluse, il 12 e 13 novembre iniziò lo sbarco tedesco in più punti dell’isola. A seguire un disastroso lancio di paracadutisti che, pur con gravissime di perdite, di fatto completò l’accerchiamento. Il successo di un potenziale favorevole contrattacco, svanì a causa dei tentennamenti nella strategia inglese, che escluse la fanteria italiana da tali operazioni, diffidandone
Le varie postazioni sull’isola, divenuti fortini, pur offrendo tenace ma solitaria resistenza, dovettero soccombere uno ad uno.

Le pur valide truppe inglesi subirono forti perdite e il 16 novembre, un’ora dopo la cattura del comandante inglese che si arrese, l’ammiraglio Mascherpa ordinò il cessate il fuoco.
Molti focolai di combattimenti per la vita proseguirono fino al giorno dopo.

Vittoriosa, la soldataglia tedesca si abbandonò ad eccidi, torture, saccheggi ed efferatezze d’ogni genere, determinando gran parte degli oltre 300 italiani ritenutiti caduti sul campo, ma in realtà vittime di eccidi e vendette.
Particolare brutalità fu riservata ai combattenti delle postazioni di difesa, per quanto possibile trucidati sul posto.

Andò meglio, sul momento, a coloro che furono catturati da reparti della marina.
Nessun soldato italiano accettò l’offerta inglese di indossare le loro divise per aver salva a vita.
Alcuni sopravvissuti riuscirono a riparare in Turchia dove vennero internati.
Le perdite sul campo, ad oggi, non hanno ancora una stima attendibile.
Moltissimi e non quantificabili i prigionieri che affogarono per siluramento durante il trasferimento ad Atene.
Ufficialmente, si riconosce solo la fucilazione di 12 ufficiali italiani avvenuta dopo la resa

Mascherpa, consegnato alla RSI di Salò, venne fucilato per tradimento a Parma nel 1944: Medaglia d’Oro al valor Militare alla memoria concessa dalla Repubblica Italiana.
Non tutti, ad oggi, ammettono l’evidenza: i difensori di leros, unici, caddero da soldati e non come “banditi”: la dichiarazione di guerra alla Germania, seppur rocambolesca, era stata promulgata il 13 ottobre.

La storia li ha giudicati, assegnando loro quasi 600 medaglie al valore, di cui 7 d’oro, e migliaia di encomi.

leros, poco turistica, è oggi ricordata soprattutto per “i cannoni di Navarone”, ma gironzolando per la campagna è possibile incontrare qualche vecchia postazione difensiva o qualche mitragliatrice contorta e arrugginita puntata verso il cielo.
Conserva un piccolo museo, in memoria di quella follia.
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Ammiraglio di divisione
eros
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bel post e bel posto , ci sono stato in barca qualche anno fa.
I greci , con i fondi della comunità europea, stavano restaurando i principali edifici della base italiana , che sono in centro Lakki.

Altra curiosità dell' isola è che ha una struttura sociale matriarcale .
In famiglia si porta avanti il cognome della moglie e i beni di famiglia passano in eredità principalmente alla figlia maggiore.
Confidenza di un amica originaria dell' isola e che si riferisce a case e terreni , come la casa di mia nonna ecc.

complimenti per i post
ciao eros
Ammiraglio di squadra
Gulliver
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- Ultima modifica di Gulliver il 28/04/14 21:57, modificato 1 volta in totale
Bellissimo post Yatar

vedere che qualcuno ancora ricorda che dopo l'8 settembre e fino al 25 aprile si è combattuto contro i Nazisti è consolante.

Avresti meritato un Karma, invece non si può e hai solo il mio rispetto.
Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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La storia scritta dai vincitori si è rivelata da sempre inattendibile
Quella scritta dai vinti, retorica e ridicola

Tentare di conoscere la realtà è indispensabile per comprendere le cause ed evitara di ripeterne gli errori.
Purtroppo, ancora oggi, su certi temi l'unico modo di intuirla è andarsi a carcare le cronache del tempo e le utime testimonianze dirette, pur se non definibili "storia" nel senso canonico del termine.

Nel caso in esame, visto l'epilogo, risulta oltretutto difficile reperire atti concreti, sia da parte italiana che su siti di lingua inglese.
Rarissime poi le fotografie del momento se non tedesche: evidentemente questo materiale andò distrutto in seguito a saccheggi e perquisizioni dei prigionieri.
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Ammiraglio di squadra
Gulliver
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Possiamo cercare e rovistare quanto vogliamo, ma rimane un fatto essenziale, i tedeschi erano invasori e i nostri genitori li hanno cacciati.

Il 25 aprile si festeggia questa cosa.
Contrammiraglio
dolce*11
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Quando ci vuole ci vuole....

Sembra di sentirlo ancora
dire al mercante di liquore
"Tu che lo vendi cosa ti compri di migliore?"

F.De Andrè.
Ammiraglio di squadra
Gulliver
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Standing ovation per il principe de Curtis
Sailornet