Cos è l " effetto di inversione "

Capitano di Corvetta
aliu (autore)
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- 1/13
Buongiorno, il compianto ing Donno parlava del conosciuto " effetto di inversione ", che qualche arrovello lo aveva dato anche a Galileo Galilei.
Qualcuno saprebbe spiegarmi di che si tratta?
Grazie a tutti e buone feste
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Capitano di Corvetta
aliu (autore)
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- 2/13
Buonasera, rispolvero questo topic perchè vedo che c'è anche fran, è stato molto gentile nei miei confronti ed io lo apprezzo molto.
Spero che lui, o qualcun altro tra i fortissimi che ci sono, mi possa spiegare un po questo fenomeno.
Grazie
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fran
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- 3/13
Mai sentito.
Forse con altra definizione?
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Capitano di Corvetta
aliu (autore)
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- 4/13
Fran forse mi sbaglio perchè vado a memoria, lo vado a cercare.

In un oceano da esplorare è difficile che mi vado a rivedere cose gia viste, quindi l'errore per me è sempre dietro l'angolo
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- 5/13
Giusto fran Donno lo chiama effetto dell "apertura di inversione" ( pag14 notarelle su assetti e dintorni )

Me lo chiedo perche vedo diverse carene, fra cui quella del beluga 19 che tu avevi confuso con il mio, che hanno questo prolungamento di carena, diciamo braket strutturale, che dovrebbe innescare questo fenomeno. Carene che dicono navigano bene nonostante questo e molte angolazioni in negativo.
Grazie
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bobo
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- 6/13
o mamma.....
scambiare in una frase, seppur complessa, un concetto filosofico con uno fisico è tanta tanta roba........
Capitano di Corvetta
aliu (autore)
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- 7/13
Non ti capisco bobo, Donno dice che questi facili allungamenti di carena portano al negativo ma conosciuto ( almeno da chi sa quello che fa) effetto di " apertura di inversione", che qualche arrovello lo dava anche a Galileo, e da quel che capisco ne avrebbe ragionato in " su le cose che stanno sulla acque e che in essa si muovono"

Questo è un fenomeno fisico!
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Capitano di Corvetta
aliu (autore)
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- 8/13
Specificamente IDRODINAMICO
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bobo
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- 9/13
certamente, tiè:
(ma ai nostri fini è più filosofico che altro)

Forse alcuno mi si potrebbe opporre, dicendo che, se la resistenza dell'acqua all'esser divisa fusse, come affermo io, nulla, non doverrieno i navili aver bisogno di tanta forza di remi o di vele per esser, nel mar tranquillo o negli stagnanti laghi, di luogo in luogo sospinti. A chi facesse tali opposizioni io risponderei, che l'acqua non contrasta o repugna semplicemente all'esser divisa, ma sì bene all'esser divisa velocemente, e con tanta maggior renitenza quanta la velocità è maggiore: e la cagion di tal resistenza non depende da crassizie o altro che assolutamente contrasti alla divisione, ma perché le parti divise dell'acqua, nel dar luogo a quel solido che in essa si muove, bisogna che esse ancora localmente si muovano, parte a destra e parte a sinistra e parte ancora all'ingiù; e ciò conviene che facciano non meno l'acque antecedenti al navilio o altro corpo che per l'acqua discorra, quanto le posteriori e susseguenti: perché, procedendo avanti il navilio, per farsi luogo capace per ricevere la sua grossezza, è forza che con la prora sospinga, tanto a destra quanto a sinistra, le prossime parti dell'acqua, e che trasversalmente le muova per tanto spazio quanto è la metà della sua grossezza; e altrettanto viaggio debbano far l'acque che, succedendo alla poppa, scorrono dalle parti esterne della nave verso quelle di mezo, a riempier successivamente i luoghi che il navilio, nell'avanzarsi avanti, va lasciando vòti di sé. Ora, perché tutti i movimenti si fanno con tempo, e i più lunghi in maggior tempo; ed essendo, di più, vero, che quei corpi che dentro a qualche tempo son mossi da qualche potenza per tanto spazio, non saranno, per lo medesimo spazio e in tempo più breve, mossi se non da maggior potenza; però i navili più larghi più lentamente si muovono che i più stretti, spinti da forze eguali, e 'l medesimo vassello tanto maggior forza di vento o di remi richiede, quanto più velocemente dee essere spinto.
(cit.)
Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 10/13
in sostanza si parla dell'assorbimento di potenza che dato (anche) dalla scia dell'imbarcazione
Sailornet