[storia e società] I ragazzi del '99

Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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La recente adunata degli Alpini mi ha fatto ricordare che quest'anno "I ragazzi del '99" compirebbero 110 anni.

Troppo abituati al lavoro per esser definiti ancora "ragazzi", troppo ingenuamente rurali per poterli già chiamare "uomini".
Con una baionetta in resta ed una nella schiena, mi son sempre chiesto quale forma di coraggio, disperazione o criminale follia li abbia costretti a 18 anni oltre il bordo della trincea.

Ogni guerra ha le sue crudeltà ed il suo cantuccio di speranza.
A costoro fu negata anche la speranza, se non quella di esser subito colpiti al tronco o alla testa ricadendo nella fangosa trincea amica, ventre protettivo di una Madre Terra ingrata.
Le moderne mitralgliatrici Maxim avevano garantito a loro, e a milioni di soldati come loro, le stesse speranze di soravvivere di chi, sotto un temporale, pretende di non bagnarsi schivando ogni goccia di pioggia sferzante.

Disprezzati da tutti, compresa una casa regnante (voltagabbana fino all'ultimo nelle alleanze) che abbandonò i prigionieri al morso della fame tacciandoli d'infamia, anzichè abdicare per incompetenza bellica e strategica.
Il tutto per un'avventura bellica sulla cui opportunità molti, autorevoli e documentati dubbi storici sussistono.

Si sa che i Savoia, a parte qualche eroico condottiero del tempo che fu, possono vantar ben poco in termini dinastici: uno scarso feudo in terra di Francia, convertito poi in un pezzo di suolo Italico, sempre politicamente in bilico tra le forze d'Oltralpe e quelle Austro-Ungariche.
Ma sotto l'ala protettiva di una Massoneria Anglosassone, referente più alla Corona Britannica che ai confratelli Mazzini e Garibaldi e che costruì di fatto l'Italia con le sue cannoniere opportunamente schierate al largo di Marsala.

Nulla a che vedere con il lustro dei potenti banchieri Medicei o dell'intraprendente Serenissima. Con l'eleganza Parmense o degli Sforza, la cultura dei della Rovere, la millenarietà del Papato, che di fatto apparentemente sconfissero.
E nemmeno con la ricchezza del sonnolento ma non assopito Regno Borbonico, scientificamente e appositamente poi saccheggiato.

La propria debolezza fu la loro forza. Da Torino a Brindisi.
Lo Statuto Albertino preteso dalla nascente borghesia Piemontese prima, i servigi di Cavuor, Mazzini, Garibaldi e i suoi Mille patrioti poi, ed infine di una dittatura fortemente voluta, gli consentirono di sopravvivere per più di un secolo, delegando responsabilità proprie.

Mentre gli Alpini tornano a casa apprendo che l'erede al trono si candiderà alle elezioni europee.
Saprà costruire un'Europa cosi bene come i suoi avi fecero con la nostra penisola?

Ricordo mia nonna e il racconto della bambolina che il maggore dei fratelli le mandò dal fronte: non potè mai ringraziarlo...

Cito Ungaretti: "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie"
Invoco Veronica: aridacce le Velineee!!!!!!!
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Utente allontanato
chewbacca
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Belle parole, bravo.
Per chi fosse interessato all'argomento consiglierei la lettura di "Un anno sull'altipiano" di E.Lussu, le tue parole me l'hanno riportato alla mente.

ciao Smile
Oggi è un dono, per questo si chiama presente.
Capitano di Corvetta
ICHNUSA
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chewbacca ha scritto:
Belle parole, bravo.
Per chi fosse interessato all'argomento consiglierei la lettura di "Un anno sull'altipiano" di E.Lussu, le tue parole me l'hanno riportato alla mente.

ciao Smile


Bello, a me piace la storia, e quella della grande guerra mi affascina due anni fa mi son fatto pure un giretto per vedere i posti delle battaglie e con grande gioia di mia moglie pure un paio di musei a tema

alcuni siti

https://www.lagrandeguerra.net/

https://www.frontedolomitico.it/

https://www.cimeetrincee.it/
Sailornet