Viva l'Italia [pag. 9]

Ammiraglio di squadra
misterpin
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VanBob ha scritto:
misterpin ha scritto:
non sono le persone che devono cambiare ma la nostra mentalità italiana

E poichè la mentalità delle persone non si può cambiare ecco quindi necessario cambiare le persone.


Che avranno sempre la stessa mentalità e avranno lo stesso comportamento di quelli che ci sono ora Crying or Very sad

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Ammiraglio di squadra I.S.
bobo
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- 82/84
lampedusano ha scritto:
non voglio aprire una discussione
perchè ritengo il problema al disopra delle nostre capacità per una soluzione

quoto, ed è così - secondo me - per ogni tema che riguardi più di 11 persone (numero a caso?)
auguri Italia
Contrammiraglio
lone wolf
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- 83/84
misterpin ha scritto:

che avranno sempre la stessa mentalità e avranno lo stesso comportamento di quelli che ci sono ora Crying or Very sad

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Non sono daccordo con il tuo pessimismo, non ci credo e non voglio crederci. E' vero che se sei diverso dai fastidio e se ci sei portato diventi presto come gli altri, e se non stai attento ti trovi coinvolto senza saperlo, poi ti mette male tornare indietro, quando te ne accorgi ti scazzi e te ne vai a fare dell'altro. Però: perchè sei quasi sempre da solo, e combattere contro i mulini a vento è fatica sprecata. Però, è anche vero che in Italia, da sempre è di moda il voto delega, ovvero demandare agli altri quei compiti che non ci piacciono o che ci impegnano più dell'orario di lavoro. Credimi chi sta scrivendo è partito dal 68, ha militato nel sindacato, è stato iscritto in un partito politico e non ha mai capito una cosa, o meglio non voleva capire. Quando esprimevo la mia opinione se non era quella dominante ero sempre tacciato dalla sinistra come fascista e dalla destra come brigatista ovvero o la pensi come me o sei contro di me.
Però vai sereno, la colpa è solo la nostra, non vogliamo impegnarci in prima persona e diamo spazio ad una minoranza. Cià
Mi sento come una foglia su un albero in autunno, ma c'è tanto vento.
Enzo Biagi 5/11/07
Capitano di Vascello
yanez323
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M'è capitata stamattina sotto gli occhi una frase di Indro Montanelli:" Un Paese che ignora il proprio ieri, non può avere un domani"
E' un po' OT , ma forse vale la pena di rifletterci un momento. E lo "ieri" è lungo e complicato.
Al di la di tutte le diatribe, sarebbe il caso che cominciassimo seriamente a "fare gli Italiani", nel senso migliore del termine, cercando di capire che, ci piaccia o no, siamo sulla stessa barca, ad usare un po' più d'intelligenza e molta meno furbizia.
Per capire come stanno le cose basterebbe il confronto in ambito dell'U E, dove dobbiamo confrontarci con paesi che hanno una forte identità nazionale e, guarda caso, sono quelli che alla fine danno le linee di indirizzo generale, conformate ai loro interessi nazionali. Gli altri si accodano.
Sto parlando di senso di Nazione, come appartenenza e colettività, concetto o sentimento che ci manca al tal punto da rinunciare, anche in ambito legislativo o di comunicazione al pubblico, alla lingua italiana mutuando inutili anglicismi o americanismi, con l'effetto di dimostrare solo uno sterile provincialismo (provate a vedere se i francesi usano la parola computer). In compenso ci inventiamo la promozione dei dialetti. Aspettiamo che la UE produca documenti in dialetto bergamasco, ciociaro o reggino.....
I Francesi, quando parlano di vino, parlano di vino francese, in primis, poi tra i vini francesi ci sono anche i bordeaux, alsaziani, champagne ecc. Va a far capire all'estero che cosa è un Cerasuolo..., quando già è difficile fargli capire da dove arriva un Brunello.
Per quello che riguarda lo Stato e quindi la politica che è connessa, vi riammollo un frase di Flaiano:"La situazione è grave ma non seria"
Sailornet