Disonestà intellettuale!

Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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Sentivo oggi in TV che si ricomincia a discutere di abolire l'Art.18 dello statuto dei lavoratori.
Ognuno è libero di pensarla come meglio crede sull'argomento, ma ci sono dei limiti a mio avviso nel propugnarlo.

Governanti e politici supportavano demagogicamente la tesi nel modo seguente: "è ora di togliere ai vecchi iperprotetti, per dare ai giovani"

Ora, premesso che ci sono moltissimi giovani che godono delle tutele dell'Art.18, che ci sono un mucchio di vecchi che grazie a costoro non potranno andare in pensione lasciando il posto libero ai giovani e premesso che ci sono ben altre soluzioni al problema (pensioni incluse) "dando" e non "togliendo", c'è una cosa che mi fa imbestialire!

Io non accetto che questi venduti ci portino a litigare con i nostri genitori o i nostri figli (e magari pure con i nonni!)
Passi che ci rubino i soldi con mille scuse, mettendosi anche a piangere, ma non che mi piglino pure per il Nasty facendomi discutere coi miei cari!

E siccome conosco bene il "sistema", in un Paese normale promulgare certe teorie come quelle che sento ai TG sarebbe considerato tradimento!
Valido motivo per togliere la cittadinanza a chi, presentato come "esperto" e quindi conosce bene i dati, evidentemente è intellettualmente disonesto!

In questo forum abbiamo tutte le età!
Che ne pensate??
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Ammiraglio di squadra
andimar
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- 2/40
Il male del nostro paese sono i lavoratori. Licenziati tutti, finalmente l'economia si riprenderà. Mah! Censored
ASSO 62 + MERCURY efi 150 cv - vhf COBRA HH475, HH500, F77 Gps, HH600 - chartplotter SIMRAD GO7 con NAVIONICS Platinum plus
Tenente di Vascello
bebo1957
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- 3/40
E' da parecchio tempo che si cerca di rosicchiare l'art.18: se riescono ad abolirlo si ritorna indietro di 41 anni! Non dimentichiamo che lo Statuto dei lavoratori è stata la grossa conquista sociale del 1970, ma...per qualcuno è troppo scomodo. Ricordo gli anni di piombo, e quel giovane assistente universitario col quale superai l'esame di diritto privato: si chiamava Marco Biagi. E quì, assolutamente, mi fermo, nel rispetto dei vivi e dei morti: hai veramente centrato il punto cruciale dell'onestà intellettuale, Yatar, ma è difficile parlare di questo nel forum...altro che parlar di politica!
Con stima Smile alberto
alberto capelli
Ammiraglio di divisione
TheGiangi
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- 4/40
Che strano il totem da non considerare ed i tabù da rompere sono sempre sui diritti acquisiti dai lavoratori.....bah!
Seguite l'onda, belli!

Arrivederci a NAVIGHIAMO INSIEME 2021
Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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- 5/40
Certo, i motivi e le ragioni tecniche sono tante e discuterne qui non è la sede adatta

Ma sinceramente sentire questi sogggtti che stimolano la lite generazionale proprio mentre sei a tavola, dicendo a tuo figlio che tu sei un fortunato iperprotetto mi da proprio fastidio!
Ti spuxxxnano di fronte ai tuoi cari solo perchè non sanno nemmeno rubare senza farsi accorgere.....

Nel frattempo, gli do dei "maiali" qui, giusto per invitare i giovani che leggono a non farsi fare fessi dalla demagogia criminale di questi ottuagenari, falliti sia nella morale che in quei progetti che si ostinano a perseguire "in conto terzi", alla ribalta oggi solo perchè hanno trascorso una vita privi della dignità propria invece di quei padri definiti "ipertutelati".
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Site Admin
VanBob
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- 6/40
Mah... mi pare che metodi per aggirare l'art. 18 ce ne siano, a iniziare dalle aziende che si sdoppiano quando raggiungono i 16 dipendenti in modo da averne una con 13 e una con 3.
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Ammiraglio di squadra
misterpin
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- 7/40
Quoto le vostre considerazioni ma quoto soprattuto bebo1957 quando dice che non è una discussione per il nostro forum e visti i precedenti quando si è parlato di politica.........ma a proposito non era vietato?

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2° Capo
Barbarossa
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- 8/40
Io.. Al solito.. Vado sempre controcorrente..

Queste non sono parole mie.. Ma mi hanno colpito.. Non dico di essere pienamente daccordo.. Ma mi hanno colpito.. E siccome è bello che si sentano tutte le campane.. le ho postate..
(sopratutto per dar risposta a yatar facendogli capire che se i "giovani" discutono con i "vecchi" non è solo demagogia!!)

Sono figlio di un’operaia e di un impiegato, e l’Italia che vedo io è ben diversa da quella che vedi tu.
Vedo laureati in gamba che – formati a spese dello Stato – lasciano questo paese perchè con una laurea in tasca in questo paese si riesce oggi a tenere forse il tenore di vita che si aveva una volta con la licenza elementare. E – una volta all’estero – raccolgono quello che hanno seminato, perchè qui la cultura del merito non esiste, e – mi duole dirlo – la colpa è anche dei sindacati, CGIL in testa.
Vedo imprenditori – giovani, mica quelle baracche d’anteguerra stile Sciur Zampetti – che hanno molta voglia di fare ma – tra le altre cose – si trovano a combattere con una legislazione del lavoro che non ti consente nè di essere flessibile nè di fare errori: se assumi uno te lo tieni fino alla morte: mi spieghi perchè dovrebbe essere giusto, questo?

Vedo che tutte e per tutte le aziende innovative e di successo di questo mondo “la gente”, ossia i loro dipendenti, sono la risorsa numero uno, altro che gli schemi da lotta di classe ottocenesca che descrivi tu.
Domanda: hai mai lavorato in un’azienda privata? Il sospetto mi viene, sinceramente.

Se non capisci che uno dei più gravi problemi – se non IL più grave problema – dell’economia di questo paese è il nanismo delle aziende, io non so cosa farci. Sono le basi.
E modificare l’art. 18 è una delle misure che più potrebbe cambiare questo stato di cose, permettendo alle imprese di ingrandirsi senza caricarsi di costi fissi da qui all’eternità.
Perchè, ahimè, fare impresa vuol dire rischiare, e le cose non vanno sempre come si vorrebbe.
2° Capo
Barbarossa
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- 9/40
Per chi non avesse idea di cosa si parla:

Lo Statuto dei lavoratori
La legge numero 300 del 20 maggio 1970 viene comunemente chiamata “Statuto dei lavoratori” ed è l’insieme di norme «sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro». Lo Statuto comprende quindi buona parte delle regole più importanti per il diritto del lavoro in Italia e su queste, negli anni, sono state costruite molte delle tipologie dei rapporti lavorativi. L’approvazione delle nuove regole non fu semplice e portò a numerose tensioni sul piano politico e sindacale. Il testi fu organizzato in diversi “titoli” dedicati al rispetto della dignità del lavoratore, alla libertà e attività sindacali, al collocamento e ad altre disposizioni transitorie. L’articolo 18 rientra nel “Titolo II – Della libertà sindacale”.

Di che cosa si occupa
L’articolo 18 stabilisce le regole per il reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro. In pratica, dice quali sono i diritti e i limiti per chi viene licenziato e fa richiesta al giudice per ottenere indietro il suo impiego, ritenendo di esser stato allontanato senza un motivo giustificato.

Che cosa stabilisce
Quando il giudice stabilisce l’annullamento del licenziamento, perché avvenuto senza una giusta causa o un motivo giustificato, ordina al datore di lavoro di rimettere il dipendente che aveva licenziato al suo posto. L’obbligo prevede che vengano ripristinate le condizioni pre-licenziamento, assicurando al lavoratore licenziato lo stesso trattamento economico di cui godeva prima e la medesima posizione.

Risarcimento
L’articolo 18 prevede anche alcune compensazioni per il lavoratore licenziato e successivamente reintegrato. Disponendo il reintegro, il giudice stabilisce anche un risarcimento del danno subito che di norma è pari ai soldi che il lavoratore avrebbe ricevuto attraverso il suo stipendio se non fosse stato licenziato. Il datore di lavoro deve anche mettersi in pari con il pagamento dei contributi per la pensione, non versati nel periodo in cui il lavoratore risultava essere licenziato. Nel suo complesso, il risarcimento non può comunque essere inferiore a cinque mesi di stipendio.

Indennità
Dopo che ha ottenuto il reintegro, il lavoratore ha comunque il diritto di non rientrare in azienda e di chiedere in cambio una indennità. Questa possibilità è stata pensata per consentire al lavoratore di risolvere comunque il rapporto di lavoro, evitando di dover tornare in un ambiente lavorativo che potrebbe essere ostile, almeno da parte del suo datore. L’indennità deve essere pari a quindici mesi di stipendio.

15 dipendenti
Lo Statuto dei lavoratori prevedere che l’articolo 18 sia applicato solamente nelle aziende che hanno 15 o più dipendenti (più di cinque nel caso di aziende agricole). Nel conteggio sono compresi i lavoratori con un contratto di formazione, di lavoro a tempo indeterminato o parziale, mentre non vengono contati coniuge e parenti del datore entro il secondo grado

Abolizione o modifica
Il limite dei 15 dipendenti è da anni al centro di grandi discussioni tra chi si occupa del mercato del lavoro, i sindacati e gli ambienti politici. Alcuni ritengono che andrebbe abolito rendendo effettivo l’articolo 18 anche per i lavoratori nelle aziende con meno di 15 dipendenti, che a oggi hanno comunque altre soluzioni per tutelare la loro posizione lavorativa. Altri, invece, pensano che sarebbe opportuno rivedere o eliminare del tutto l’articolo 18, semplificando i meccanismi per i licenziamenti e le nuove assunzioni.

Semplificando, chi è per la revisione/abolizione pensa che l’articolo 18 costituisca un freno per le nuove assunzioni e l’espansione delle aziende. Molte imprese, infatti, preferiscono rimanere al di sotto dei 15 dipendenti per evitare di essere soggette a questa particolare norma dello Statuto. Così facendo, si riducono le possibilità di ingrandimento per una società e in parte si spiega l’attuale assetto produttivo del nostro paese: in Italia ci sono poche grandi aziende e una infinità di piccole e medie imprese che spesso faticano a fare sistema e ad affermarsi, specialmente sui mercati esteri. Lo stesso Pierluigi Bersani ha di recente invitato a non “drammatizzare l’articolo 18, perché il 95 per cento delle aziende non ce l’ha”.

Chi è per il mantenimento, o l’estensione al di sotto dei 15 dipendenti, dell’articolo 18 ritiene invece che la norma sia essenziale per offrire maggiori tutele ai lavoratori per “difendere” il loro posto di lavoro. Senza un simile sistema, dicono, i datori di lavoro potrebbero licenziare molto più facilmente i loro dipendenti anche con motivazioni pretestuose. I sindacati, in particolare la CGIL, difendono con convinzione l’articolo 18 e sono sostanzialmente contrari a qualsiasi tipo di confronto che lo possa modificare.
Contrammiraglio
CK6
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- 10/40
Premetto che sono MOLTO ignorante in tema sindacale, di statuto dei lavoratori e di visioni macro sociologiche della nostra società, e premetto che sono un semi-libero professionista (lavoro per un'azienda, da anni, con un contratto non a tempo indeterminato, e il pomeriggio faccio il libero professionista).

Quello che vedo in giro, probabilmente per una nostra cultura tutta italiana del "fregare tanto anche gli altri fregano", sono una serie di seri abusi di presunti diritti: dipendenti in pensione per motivi di salute che a tutti gli effetti svolgono un altra attività professionale, persone che con la 104 se ne vanno a pesca, gente che sta in maternità 12 mesi lasciando il bimbo al nido, lavoratori menefreghisti al limite del dannoso per l'azienda che vengono difesi dai sindacati.

So che quello che riporto è solo la somma di singoli casi visti dai miei singoli occhi, e so che ci sono realtà molto differenti da quella di dove io risiedo (Roma, luogo di ministeriali per eccellenza!), ma penso anche che oggi le cose sono molto differenti da 30 o 50 anni fa, e come tali è naturale che hanno bisogno di essere, serenamente, anche riviste.
Oggi andrebbero difese le persone che non hanno un contratto, i lavoratori stagionali, le colf, ecc., tutte realtà di cui non mi sembra che i sindacati si occupino.

Ecco, senza voler sembrare polemico o reazionario, solo per dire che non mi scandalizzo se qualcuno sostiene che certe cose andrebbero riviste.

E questo non per difendere chi dice questo (non mi sento affatto in sintonia con il 99% dei nostri politicanti), ma solo per dire che secondo me della cosa si dovrebbe poter parlare.
"Pietro e CK6" - King 600 - Suzuki 140 - Ellebi 1250 - ...pazzo di Gioia...
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