Furto alla Lega navale di Margherita di Savoia [pag. 2]

Comune di 1° Classe
Focchista
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- 11/14
Buon pomeriggio a tutti, sono un nuovo iscritto nonche' ex proprietario di una delle tre imbarcazioni sottratte dal centro nautico di Margherita di Savoia, l'imbarcazione era un gommone focchi 650 di colore grigio con fasce blu il motore era un evinrude 200ho di colore nero dotato di powerlift con piede sportivo gambo L, le altre due rubate erano due open Ranieri con motori mercury. Comprendo che sara' quasi impossibile ritrovarle in tutti i modi fornisco queste informazioni affinche' la notizia possa essere piu' completa.
2° Capo
vitucci32
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- 12/14
Buona sera a tutti.
Volevo fare una precisazione a riguardo dei due pescatori con le bombole, non facevano pesca al pesce ma bensì la raccolta di noci bianchi, ora non sò se è pesca di frodo fare detta pesca.
Questa precisazione vuole far sì che i due non siano come si dice (Cornuti e mazziati).
Salutoni a tutti. Think Think Think Think
2° Capo
vitucci32
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- 13/14
Buonasera a tutti, ragazzi leggete questa.
Allarme a Torre a Mare
Pirati all’arrembaggio dei piccoli pescatori


di RUGGERO CRISTALLO

I pirati della notte s'avvicinano in silenzio, a bordo di scafi in vetroresina. Indossano un passamontagna e approfittano del buio per non farsi riconoscere. «Dateci tutto quello che avete», dicono, mentre il motore fuoribordo continua a ruggire. E tutto quel che è sono saraghi, dentici, orate e polpi. I pescatori di Torre a Mare non possono che obbedire, terrorizzati, al comando che viene dall'altra imbarcazione: e il guadagno d'una notte di pesca va in fumo, con le spese per il gasolio. «Sì, sono i nuovi pirati», dicono imprecando nel porticciolo del quartiere, anche contro chi continua a credere che il racconto sia una delle tante leggende del mare. In tempo di crisi tutto può accadere ed infatti accade: le rapine alle piccole imbarcazioni sono ormai all'ordine del giorno (anzi della notte) nello specchio d'acqua a sud di Bari.

E non sono rapine da poco, come si potrebbe supporre, poiché decine di imbarcazioni sono già state vittime dei «pirati», con ognuna d'esse derubate, in media, di oltre 20 chili di pesce. Un danno stimato in circa 500 euro. «Non è difficile – dice Cesare, un pescatore di Torre a Mare – imbattersi in colleghi che si sono visti privare di 30, 40 reti durante la notte. È un fatto che è sempre accaduto e che continua ad accadere, anche se con frequenza maggiore. Ma da qualche tempo assistiamo a veri e propri assalti da parte di scafi. Al di là del danno economico, iniziamo a temere che possa accaderci qualcosa, ad esempio, una pistola puntata contro».

I pescatori, peraltro, hanno sporto regolare denuncia contro ignoti, che però non ha avuto alcun seguito. I responsabili non sono stati individuati e le rapine proseguono. «Non ci sentiamo sicuri, in mare accade di tutto e non ci sono pattuglie, come a terra, a presidiare il territorio».

Ma come avvengono gli assalti? Presto detto. Durante la battuta, i pescatori calano le «parangale», lunghe corde di tela stese in acqua con circa 500 ami messi a distanza regolare gli uni dagli altri. Poi, in alcuni casi, calano le reti, una cinquantina, le une legate alle altre. Ognuna di queste vale tra i cinquanta e i sessanta euro. In altri tempi, era sufficiente ritornare al mattino per comprendere se il mare fosse stato generoso. Da qualche tempo invece, sono costretti ad attendere all'ancora, per evitare che il pescato sia sottratto dai ladri, insieme alle reti. Ebbene, nell'attesa, arrivano i «pirati». Che si avvicinano alle piccole barche e chiedono le casse di pesce appena stivate. Merce di gran valore, soprattutto se venduta ai ristoranti, da sempre «affamati» di pesce fresco da proporre ai clienti.

«Nessuno può far nulla – prosegue Cesare – poiché noi abbiamo i figli che ci attendono a casa e non possiamo certo rischiare la vita per venti chili di pesce. Ma la giornata di lavoro, in questo modo, finisce per diventare solo una perdita di tempo. Immaginate la fatica che c'è dietro: innescare gli ami, calarli, tirarli e mettere i pesci che abboccano, sempre pochi, nelle cassette pronti per la vendita. E poi vederli andare via a tutta velocità sui motoscafi dei rapinatori». Che, peraltro, contano non solo sul fattore sorpresa, ma anche sul fatto che soprattutto in questa stagione, la bassa costa dell'Adriatico è trafficata da decine di natanti di pescatori dilettanti in cerca del «colpo» della nottata.

«In mare – conclude Cesare – c'è traffico come nell'ora di punta in una città come Bari. Noi siamo l'anello più debole, indifesi, quelli che vivono solo di quel che il mare offre». E che il mare toglie, nella scia d'acqua lasciata dai motoscafi dei «pirati».



15 NOVEMBRE 2012

Tratto da "LA GAZZETTA DEL mezzogiorno"
UT UT UT UT UT
Ammiraglio di divisione
sella e lele
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- 14/14
non c'è più rispetto di nessuno...... provo un senzo di tristezza e di rabbia.....
che il vento sia sempre in poppa!!!!!!
Sailornet