Quella mattina di un giorno da cani

Ammiraglio di squadra
Yatar1963 (autore)
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6 anni fa, esatti.... Lavoravo in una piccola amministrazione “di settore” e mi occupavo di fornire servizi di supporto ad una particolare categoria di persona, per i quali costoro versavano apposite trattenute.

Avevo dormito malissimo quella notte, svegliato di soprassalto dalle tegole del tetto che saltavano come matte producendo un rumore come colpi di mitragliatrice.
Le ringhiere divisorie avevano oscillato così brutalmente da generare una lugubre ed ipnotica melodia.
Precedenti esperienze mi avevano subito fatto capire che era successo qualcosa di brutto, molto brutto a Sud.

Sicchè arrivai in ufficio prima del solito quando mi raggiunse l’insolita telefonata da Roma: “prepara qualcosa per assistere i terremotati d’Abruzzo!”. Oddio e mo che faccio? Devo inventarmi qualcosa di efficace, veloce concreto.
E i soldi? Tutti già impegnati al 100%!
Chiesi un tie-break di 20 minuti per pensare, ma soprattutto perché senza caffè mattutino non so nemmeno chi sono.

Ragionando, in fondo se Tremonti ha inventato la "finanza creativa", forse se creo qualcosa io non mi arresteranno..
E poi, come aiutare? Cercavo di fare mente locale. Di ricordare i racconti sul Friuli, sull’Irpinia, sull’Umbria. E i “furbi”… quanto mi stanno sul ca**o a me ‘sti furbi, ma so come fargli trovare pane per i loro denti.
Ma quante le “nostre” vittime? Quanti feriti? Quanti i senzatetto? Quanti i “chissà cos’altro che non posso nemmeno immaginarmi”?

E soprattutto, come coniugare la burocrazia con l’efficacia e la celerità che richiedeva il problema.
Oltretutto: quale burocrazia se lassù è tutto distrutto??

Poi l’illuminazione: cominciai a pensare a chi non aveva nemmeno più le braghe, né un bancomat, ammesso che il bancomat funzionasse. Ai funerali da organizzare e pagare. Ecc. ecc.
Ma soprattutto che l’unica cosa concreta che potevamo dare nell'immediato era la Speranza.

Decisi di erogare denaro e direttamente: a coloro che avessero avuto l’abitazione lesionata, a chi avesse avuto morti o feriti in famiglia e via dicendo.
Somme non enormi, ma cospicue. Mirate alle casistiche. Sommabili, per chi fosse stato vittima di più tragiche casistiche.
Per giustificare i fondi m’inventai di quelle storie che se le legge la Merkel, sposa Tzipras e fugge a Cuba.

In fondo stavo elaborando una “lex specialis”, non la firmavo io, e, entro certi limiti ci potevo spacciare dentro ciò che mi pareva. E doveva stare in un foglio solo.

Sburocratizzai al massimo, consentii l’invio delle richieste in autocertificazioni ancorchè prive di regolare copia documento di identità (presumibilmente rimasto sotto le macerie), ben sapendo che avrei avuto modo e maniera di controllare successivamente per beccare il furbo a tempo debito e prima di pagare.

Per pararci il sederino da un simile accrocchio giuridico costituimmo una Commissione (a gettone 0), di cui, causa carenza di personale, facevamo casualmente parte: un Abruzzese doc, un Abruzzese non doc ma nato e cresciuto lì, uno che era stato cresciuto dal nonno a colpi di musica folk delle montagne d’Abruzzo.

Restava il problema di garantire celerità a tutto ciò!

Conoscendo la burocrazia mi confrontai con i Grandi e Grandissimi Capi, che da un lato rassicurai ma con i quali mi misi a fare strani discorsi da burocrate deficiente che, mentre il Paese crolla, “vuole il timbro”: troppo lavoro, altri impegni pressanti, manca personale, come si fa, ecc. ecc.
Finchè, giunto alla soglia del licenziamento per insubordinazione, sbottai: “ok, lo facciamo! Ma la gente deve avere i soldi al massimo per il mio compleanno!”
Da Roma: "ok, ok, ma…… quand’è il tuo compleanno?" Risposi: “fra un mese!”
Lo scopo era stato raggiunto Sbellica Sbellica

E fu così che quando nemmeno posta funzionava, contattammo i nostri utenti nelle zone limitrofe sane, concordammo di inviare a loro la documentazione (un foglio solo! per criteri e domanda), pregandoli di adoperarsi per farle avere ai concittadini terremotati.
Ben felici ci aiutarono e partirono. Lasciammo mail, fax, piccioni viaggiatori e qualsiasi recapito utile all’invio.
Alle 17,10 del 8 di aprile arrivò via fax la prima richiesta di sussidio. La Speranza, almeno, era arrivata in tempo!

Peccato che, passato l’entusiasmo, qualcuno si dimenticò della promessa fattami e, adducendo varie ragioni burocratiche (anche logiche, se vogliamo) rallentò di gran lunga le materiali erogazioni di quei soldi.
Eppure noi eravamo pronti: due giorni prima del mio compleanno..
Ci vediamo quando ci vediamo..
Cit. Danny Ocean
Sailornet