Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Tenente di Vascello
Barrotta Giacomo (autore)
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- Ultima modifica di Barrotta Giacomo il 03/10/15 14:42, modificato 3 volte in totale
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https://www.gommonauti.it/ptopic81076_cabo_de_gata_obiettivo_raggiunto_216_miglia_a_r_con_uno_smontabile.html?highlight=
e rappresenta la parte finale del diario di bordo RAID DELLE TRE REGIONI Valencia, Murcia, Andalusia.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

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SESTA TAPPA ISLETA DEL MORO (andata4-5agosto)

La mattina del 4 agosto riprendo la navigazione verso sud col proposito di raggiungere il punto finale più lontano del mio raid: la Isleta del Moro.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Playa de los Muertos e Punta de los Muertos.

Poco dopo mi fermo per fotografare la bellissima Playas de los Muertos tristemente famosa per i numerosi spiaggiamenti di cadaveri conseguenti agli innumerevoli naufragi avvenuti nella pericolosa zona di mare antistante Carboneras fin dai secoli passati.

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Punta de la Media Naranja.

La punta della Media Naranja delimita la parte terminale sud del promontorio avanzato sul mare.

Da qui praticamente tutta la costa fino al faro di Cabo de Gata prosegue con montagne alte che precipitano in un mare profondo. Sarebbe interessante soffermarsi a fare delle belle immersioni in quelle acque trasparenti sia pure con i limiti imposti da parecchi tratti vietati alla pesca e persino alla balneazione. A questo si aggiunge il mio scarso allenamento per affrontare in apnea fondali impegnativi e così giungo a rinunciare rimandando alla stessa meta Isleta del Moro quel po' di attività sub che un sessantaseienne può praticare.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

La Isleta del Moro raggiunta dal largo.

Dopo aver sorvolato i paesini sulla costa Agua Amargua e Las Negras eccomi giunto finalmente a la Isleta del Moro sulla testata di cabo de gata capolinea finale più lontano del mio raid.
Se avete in mente un posto stupendo ove trascorrere una vacanza al mare memorabile lontani dalle tumultuose città, la Isleta del Moro possiede tutte le comodità e i servizi per rappresentare il posto ideale.

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Eccomi appena approdato sulla spiaggia a sud della penisola...

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...tenda montata e vista dell'area prospicente la spiaggia con il moletto di attracco per le imbarcazioni.

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Propaggini di scogliere a sud-est con bellissimi fondali per fare immersioni.

In questo fondale ho fatto bellissime immersioni in compagnia di una rigogliosa vita marina.
Unica nota dolente (nel più autentico senso della parola) è stato il contatto con una medusa urticante nel polso di una mano.

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Il centro abitato della penisola con le spiagge a nord e a sud.

In una delle due spiagge, una rivolta a nord e l'altra rivolta a sud, le balneazioni si possono effettuare in qualsiasi condizioni del mare.

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Calar della sera nel centro urbano prospicente il mare.

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Scivolo varo/alaggio dalla rampa per le imbarcazioni carrellate in strada.

Dalla vicina Almeria (40km) giungono molti diportisti con le loro barche carrellate che vengono varate in questo scivolo.
Mi sono più volte divertito ad ammirare le difficoltose accensioni di motori 2t anni '60/'70 neppure rimessati dopo la scorsa stagione: carburatori intasati, candele bruciate ecc.
Quando finalmente il motore si avvia partono urla di tripudio in una nuvola di fumo.

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Tutto pronto per i due pernottamenti che effettuerò col mio inseparabile accappatoio rosso.

Ho trascorso due giorni di pura gioia e divertimento e la notte... ecco la suite del mio albergo personale a 5 stelle direttamente sul mare.

L'accappatoio rosso (caro ricordo della mamma che me l'ha confezionato quando era ancora in vita una trentina di anni fa), costituisce il mio insaparabile distintivo.

(fine percorso andata).

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Cartina col percorso di ritorno.
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SETTIMA TAPPA CARBONERAS (ritorno6agosto)

Dopo aver effettuato il giro di boa, è ora di riprendere la via del ritorno stimolato da condizioni meteo-marine ancora favorevoli.
Devo approfittarne perché le previsioni meteo indicano il risveglio del levante dopo qualche giorno che soffierà in direzione contraria rispetto alla mia andatura. Per le stesse ragioni navigherò a tempo pieno, con la sola pausa pranzo, per coprire lunghe distanze.
La navigazione fino a Carboneras si svolge in modo tranquillo e dopo aver rifatto il pieno e pranzato, trascorro la notte all'ormeggio in porto.
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OTTAVA TAPPA VILLARICOS (ritorno7agosto)

Il mattino dopo eccomi nuovamente in navigazione verso nord e stento a riconoscere quello stesso tratto di mare, ora quasi calmo, che all'andata sembrava la porta dell'Inferno.
Giunto a Garrucha mi fermo per la pausa pranzo e recepisco le indicazioni del benzinaio, che già conoscevo, di campeggiare in una spiaggetta più a nord a ridosso del porticciolo di Villaricos.
Questa tappa è da dimenticare perché sono capitato nella serata nella quale, nel campeggio attiguo, si svolgeva il Festival della musica elettronica che ha richiamato 20.000 giovani da tutta l'Europa.
Il risultato è stato quello di trascorrere la nottata in uno pseudo dormi-veglia con interminabili colpi di batteria e altri suoni indefinibili di potenza e timbrica del tutto simili a quelli prodotti dai tuoni di un temporale estivo con tanto di fulmini e saette.
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NONA TAPPA cala CERRADA (cabo Tiñoso) - (ritorno8-9agosto)

Gli scienziati che studiano la natura umana avrebbero di che stupirsi analizzando un caso come il mio perché, all'indomani di quella nottata infernale, porterò a termine la tappa più lunga dell'intero raid con ben 36mgl percorse e con un mare neppure tanto calmo, quasi che quei "temporali artificiali", anziché debilitarmi, mi abbiano dato una carica di energia supplementare. (??)

Oggi devo fare i conti con un levantino che mi accompagnerà per quasi tutto il percorso fino alla favolosa cala Cerrada, che avevo già adocchiato all'andata, e che merita una sosta di 2gg per la sua spettacolare bellezza.
Fin dalla partenza quel vento da n/est colpirà il mio Zodiac al mascone di dritta ma mediamente con debole intensità, circa 10-15km/ora, tanto da non ingenerare onde frangenti ma limitate a circa 40-60cm. di altezza.
Per uno smontabile tradizionale un mare come questo è già critico per procedere in planata
per lungo tempo a causa dell'inevitabile stress procurato dai continui impatti e spiattellamenti sulle onde.
Avendo posseduto per 10 anni lo stesso modello fastroller con lo stesso pagliolo ad alta pressione ma con la chiglia pneumatica a salsicciotto, ho la possibilità di confrontare l'attuale carena denominata Acti-V con quella precedente giungendo alla conclusione di quanto la differenza sia davvero notevole. Questo battello naviga sui mari discretamente formati non solo con una dolcezza negli impatti raffrontabile agli smontabili con longherone rigido, ma addirittura con qualche chance in più.
Non essendo un tecnico, mi limito a fare alcuni ragionamenti. Il primo è che la chiglia ad alta pressione sagomata e alta 4-23cm, non può schiacciarsi e lavora egregiamente come tagliamare. Il telo di carena, moderatamente teso ai lati della chiglia, si flette progressivamente negli impatti assorbendo buona parte dell'energia cinetica. Il risultato è che vengono pressoché eliminate le pacche secche tipiche degli smontabili in planata sul mosso che stressano l'equipaggio spesso costretto a ripiegare con una andatura a dislocamento.

Dopo poco tempo giungo alle porte di Aguilas ove decido di entrare in porto per rifare il pieno di carburante.

E cosa vedo a fianco della pompa di benzina?

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

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RIB di 42 piedi.

Ragazzi!... ma cos'è quella cosa mostruosa? mi viene spontaneo pensare che il mio gommino non potrebbe aspirare neppure a diventare il suo tender. La scritta quarantadue immagino sia riferita alla lunghezza in piedi e quindi siamo sui 12,8m. Crepi l'avarizia! ma che gommone prestigioso!!

Mantengo la planata anche quando doppio il turbolento cabo Cope oltre il quale punto direttamente al porto di Mazzaròn per concedermi un bel pranzo.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Sosta pranzo a Mazzarón.

Dopo essermi ristorato affronto l'ultimo tratto di mare per raggiungere l'incantevole baia della cala Cerrada sulla testata di cabo Tiñoso ove vivrò 2gg di autentica felicità e gioia interiore.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Raggiunta la testata di cabo Tiñoso.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

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Spettacolare!!

Entrato nella baia raggiungo la spiaggia sullo sfondo.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

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Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Pronto il montaggio della tenda adiacente ad un mare cristallino.
C'è anche una simpatica grotta a terra che durante il giorno mi consente di ripararmi dal sole a picco perché non dispongo dell'ombrellone.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Il colpo d'occhio nell'entroterra rivela un monte selvaggio.

Oltre la spiaggia il monte, di una natura selvaggia avvincente, è ancora percorribile nei sentieri che raggiungono le strade dell'entroterra. La sera vengo raggiunto da giovani escursionisti dopo circa 40min. di percorso a piedi.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

cala Abierta.

Oltre la spiaggia si rende visibile la successiva cala Abierta.

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BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!

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Sul far della sera vivo un momento di grande intensità emotiva.
Dopo aver giocato tutto il giorno col vento e col sole che ormai scende dietro alle montagne ora il mare si chéta pronto ad ammantarsi della notte che incombe.
Ora sono solo con la mia coscienza a contemplare le immensità del cielo, del mare e dei monti tutt'intorno lontano dai centri abitati. Sento la mia vita come sospesa ed in estasi ammiro le meraviglie del Creato.
Anche i gabbiani che all'inizio stridevano nervosi per avere io profanato il loro territorio, ora mi accolgono come loro ospite e mi si avvicinano incuriositi docili e mansueti.
Mi ritrovo così immerso in quell'Eden incontaminato che mi avvolge e coinvolge emotivamente riempiendomi di una gioia interiore incommensurabile finché, quasi inconsapevolmente, mi inginocchio estasiato pronunciando due parole che vibrano nell'aria spezzando il silenzio: "Grazie Signore...!!"

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L'indomani mattina faccio appello alle mie modeste risorse di subacqueo arrugginito per fare qualche immersione in apnea in quelle acque meravigliose dopo aver indossato le pinne lunghe che riesco ancora a manovrare grazie alla loro accentuata inclinazione di pala.
Sono ormai lontani i tempi della mia gioventù quando coltivavo le migliori tecniche apneistiche fino a raggiungere i 5'25" fermo sul fondo della piscina e i -34,5m in assetto costante con pinne corte nelle acque di Linosa (le pinne lunghe non erano ancora state inventate).

All'interno della baia le profondità sono ancora accessibili in un bel fondale che alterna massi e prati di posidonie sorvolati da branchi di pesci di piccola taglia.
Nella zona verso l'ingresso col mare aperto la profondità aumenta fino ad oltre 15-20m con una visibilità sconfinata.
Mi lascio vincere dalla curiosità di sbirciare oltre l'ingresso in mare aperto e nuoto aderente la parete che sprofonda quasi in verticale a ben 75m di profondità (letti nella carta nautica).
Trovo il coraggio di immergermi a circa 8-10m incuriosito dall'esplorare quell'abisso da una posizione più ravvicinata. Da quella quota osservo a circa 40m. un ripiano che si estende verso il largo con enormi lastroni di roccia chiara. Oltre quella quota il fondo resta ancora invisibile e si disperde inscurendosi in un cupo grigio-blu che incute apprensione. Qualche branco di castagnole intorno a me rappresenta l'unica forma visibile di vita marina.
Poco più avanti, in una immersione successiva lungo un crostone di roccia sui 35m, ammiro una serie di spettacolari guglie appuntite di roccia che si protendono verso l'alto che mi viene spontaneo associare a quelle del duomo di Milano.

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BRUCIA PASSIONE!... BRUCIA!!

La superficie del mare rappresenta l'ingresso in un nuovo mondo affascinante e misterioso: è il pianeta Mare.
Ci si muove in una nuova dimensione ove regna il silenzio più assoluto e si diventa astronauti in uno spazio senza gravità in compagnia di una rigogliosa vita di piante e animali che vivono in un perfetto equilibrio che solo la natura poteva creare dopo milioni di anni di inarrestabile evoluzione.
È meraviglioso muoversi in quell'elemento dove noi stessi abbiamo avuto origine in una passata era geologica. Dopo essere sceso a –10m nel profondo blu mi viene voglia di risalire a braccia aperte per abbracciare quella immane massa d’acqua che contiene tutto il passato e tutto il futuro del pianeta Mare.
"Grazie fratello mare!"

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Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Brifing dei sub prima dell'immersione.

Brifing del Dive master per la formazione dei gruppi prima di immergersi in quelle acque paradisiache.
Sono essi a segnalarmi un punto in mezzo alla baia dov'è stata riposta dalla Guardia Civil una targa commemorativa del sanguinoso attentato a Madrid nel marzo 2004.
Dopo qualche immersione... che emozione! eccola comparire su di una lastra di cemento a circa 12m di profondità.
Senza lenti non riesco a leggerla ma mi piace pulire con uno straccetto la sua superficie invasa dalle concrezioni marine.

La giornata prosegue con numerosi sbarchi e partenze sulla spiaggia da parte di famigliole e gruppi di diportisti provenienti dal vicino centro abitato di Azohia nel ridosso a sud del Capo.
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DECIMA TAPPA cala DEL PORTUS (ritorno10agosto)

Nel corso della seconda notte avverto robuste folate di vento che scuotono la tenda lasciandomi immaginare l'avvio di una nuova perturbazione da nord-est.
Pure in questa occasione non ho opzioni valide per rimandare la partenza anche perché non dispongo di riserve alimentari adeguate.
Osservando la carta nautica avevo notato che il tratto di costa fino a cabo de Palos si sviluppa con un allineamento di 90º. Questo significa che il levante, che si orienta da N-Est entro il 1º quadrante, dovrebbe consentire una navigazione protetta dalla stessa costa a patto di mantenersi ridossati ad essa. Confortato da questo ragionamento la mattina del 10 agosto smonto la tenda e riprendo la navigazione verso nord consapevole tuttavia di dover affrontare spiacevoli sorprese.
Il primo tratto che costeggia il capo di circa 3mgl mi consente di planare con un mare ancora buono seppure increspato.
Man mano che mi avvicino al capo però le cose si complicano ed il mare inizia a montare fino ad impedirmi di proseguire in planata.
Ecco che mi ritrovo in mezzo ad un bel minestrone di vento teso che fa presa sulle creste delle onde polverizzandole.
La situazione è quella tipica delle perturbazioni che investono i grandi promontori avanzati sul mare aperto con le loro alte pareti: venti a raffiche possenti di direzione variabile, mare incrociato ribollente che rimbalza sulla parete e si scontra con le altre onde in arrivo con frangenti ripidi e secchi.
Nonostante tutto vado avanti in dislocamento perché voglio vedere oltre la punta com'è orientato il vento e poi decidere se fare dietro-front oppure procedere fino al posto più vicino ridossato.
Adesso le raffiche di vento sono violente e vengo ripetutamente colpito da autentici schiaffi d'acqua che mi investono in orizzontale dopo gli impatti della prora contro le onde frangenti. In questa situazione infernale una triste sorte tocca al mio berretto, che pure era ben incastrato in testa: in un lampo lo vedo volare via in linea retta restando sospeso sull'acqua per un lungo tratto ma non ho nessuna voglia di andarmelo a recuperare.
Ho difficoltà a governare il battello perché la prora derapa ripetutamente a destra e a sinistra. Sembra impossibile che tutto quel peso a prora estrema (almeno 45-50kg) non riesca a bloccarla sull'acqua oltretutto con l'azione aggiunta della chiglia che lavora immersa per mantenere la rotta.
Preferisco allargarmi un po' dalla parete per allontanarmi da quelle paurose turbolenze finché finalmente mi affaccio oltre il capo per scoprire che il levante, come avevo immaginato, ha una direzione stabile obliqua proveniente da terra.
Ma la costa è lontana almeno tre miglia e dunque le onde che si formano da riva sono già piuttosto alte con frangenti ripidi.
Decido di proseguire diretto alla baia del Portus necessariamente riparata e così dovrò coccarmi una buona mezz'ora di mare frangente al mascone in dislocamento con un un'incredibile quantità di secchiate d'acqua che mi investono continuamente sospinte dal vento teso dopo ogni impatto con le onde.
"Caro amico Evinrude ti prego di restarmi fedele come sempre senza mai mollare altrimenti finiamo contro quella scogliera trasformandoci entrambi in spumeggianti coriandoli". Questo è stato il mio pensiero dominante durante tutta la navigazione.

Finalmente, man mano che mi avvicino alla costa, le onde si riducono in altezza e posso tirare un sospiro di sollievo quando tocco terra con un mare quasi piatto.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Arrivo nella spiaggia di El Portus.

La tranquillità che si respira in questa bella baia protetta dal levante è davvero stridente rispetto al mare che si forma al largo. Per la seconda volta mi stendo supino col fiato grosso e spasmi di tremolìo su tutto il corpo.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Sistemazione alla fine della spiaggia.

Il parcheggio alla fine della spiaggia mi trova ancora una volta a fianco di una bella grotta naturale.
Sopra c'è l'ultima casa di questo bel paesino.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Pranzo a base di paella.

Oggi sono stato bravo! mi merito un bel piatto di paella di marisco.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Sullo sfondo si nota cabo Tiñoso.

Ormai scende la sera. Sullo sfondo si nota cabo Tiñoso.
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RITORNO ALLA BASE... SANO E SALVO!! (ritorno11agosto)

Il mattino dopo il mare si presenta buono e posso così riprendere il cammino verso casa.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Navigazione di buon mattino verso nord poco prima del golfo di Cartagena.

Di buon mattino riprendo la navigazione verso nord con un buon mare che mi accompagnerà fino a casa.
Le luci dell'alba col sole che incendia il cielo di mille colori è sempre affascinante.
Mi trovo poco prima del golfo di Cartagena con di fronte la Isla de Escombreras.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Sosta a cabo de Palos.

A cabo de Palos mi ormeggio al lato del grosso gommone della Cruz Roja per fare colazione.

Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

Isla Grosa lato sud.

Di nuovo la Isla Grosa questa volta vista dal versante sud.


Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

EVVIVA!! Ritorno alla base di cabo Roig.

EVVIVA!! Missione compiuta!!
Eccomi tornato alla base di cabo Roig dopo 14gg di avventura straordinaria e indimenticabile.

Ringrazio tutti gli amici del forum che hanno avuto la pazienza di leggere questo mio lungo diario di bordo..
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Conclusioni.
Portare felicemente a termine un raid di 216mgl (oltre a quello dell'anno passato di cabo de Ñao di 152mgl) dimostra come sia possibile cimentarsi in queste esperienze con mezzi modestissimi e a costi irrisori (circa 45l di carburante a/r).
La scelta di un gommone ultraleggero non voglia sembrare un inutile eccesso: quando si rulla il battello fino al culmine della battigia - talvolta con forti pendenze e con sabbia cedevole - si benedicono quei 10-15kg. mancanti di pagliolo e chiglia che in questo gommone sono sostituiti da leggerissimi elementi gonfiati ad alta pressione.
Naturalmente c'è il rovescio della medaglia di trovarsi a navigare a cavallo di un palloncino spesso con mari impegnativi.
Ed è proprio questa la sfida che porta a confrontarsi con le forze ostili della natura. Tenere sempre d'occhio il meteo per capire l'evoluzione delle condizioni del mare ed assecondarle in relazione alla rotta da intraprendere.

Ritornato alla routine della vita di casa, a mente fredda, ripenso a questa conturbante esperienza guardandomi allo specchio che riflette l'espressione di un pensionato un po' stanco. Ma sono stato davvero io a navigare fino ad Almeria con uno smontabile? Allora devo essere proprio un pazzo!!

FINE
A bordo del JABAR volo sull'acqua verso l'isola che sfuma all'orizzonte dove mare e cielo si abbracciano.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
Capitano di Vascello
zikiki
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- 2/27
Barrotta Giacomo ha scritto:


Re: Cabo de Gata: obiettivo raggiunto! 216 miglia a/r con uno smontabile. 2ª parte finale.

EVVIVA!! Ritorno alla base di Cabo Roig.

EVVIVA!! Missione compiuta!!
Eccomi tornato alla base di Cabo Roig dopo 14gg di avventura straordinaria e indimenticabile.

Ringrazio tutti gli amici del forum che hanno avuto la pazienza di leggere questo mio lungo diario di bordo..
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Ritornato alla routine della vita di casa, a mente fredda, ripenso a questa conturbante esperienza guardandomi allo specchio che riflette l'espressione di un pensionato un po' stanco. Ma sono stato davvero io a navigare fino ad Almeria con uno smontabile? Allora devo essere proprio un pazzo!!

FINE


La foto più bella è questa ....tu con un sorriso smagliante pronto a carrellare la tua nave con la bicicletta.....

grandioso,emozionante e tanta tanta ammirazione......

p.s.
Ma qui a Roma non ci capiti mai?....sarebbe bello conoscerti!!!!

ciao capitan barotta
Il mare non è mai stato amico dell’uomo. Tutt’al più è stato complice della sua irrequietezza.
Contrammiraglio
stinger
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- 3/27
E' difficile trovare le parole per esprimere i complimenti che ti meriti. Ho letto tutto d'un fiato, il tuo racconto mi ha emozionato!
Overboat Lord 20, Mercury Optimax 115, carrello Tecnitrail T1500
Tenente di Vascello
Barrotta Giacomo (autore)
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- 4/27
zikiki ha scritto:
Barrotta Giacomo ha scritto:


Ritornato alla routine della vita di casa, a mente fredda, ripenso a questa conturbante esperienza guardandomi allo specchio che riflette l'espressione di un pensionato un po' stanco. Ma sono stato davvero io a navigare fino ad Almeria con uno smontabile? Allora devo essere proprio un pazzo!!
FINE

La foto più bella è questa ....tu con un sorriso smagliante pronto a carrellare la tua nave con la bicicletta.....
grandioso,emozionante e tanta tanta ammirazione......
p.s. Ma qui a Roma non ci capiti mai?....sarebbe bello conoscerti!!!!
ciao capitan barotta

Ciao Zikiki, mi fa molto piacere il tuo commento positivo.

A Roma potrei capitare in occasione del BigBlue (o equivalente) ove potremmo incontrarci.
Mi piace saperti tra i miei amici.

Abrazos españoles
A bordo del JABAR volo sull'acqua verso l'isola che sfuma all'orizzonte dove mare e cielo si abbracciano.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
Tenente di Vascello
Barrotta Giacomo (autore)
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- 5/27
stinger ha scritto:
E' difficile trovare le parole per esprimere i complimenti che ti meriti. Ho letto tutto d'un fiato, il tuo racconto mi ha emozionato!

Ciao Stinger, mi sento molto gratificato dai tuoi complimenti che credo di non meritare.
Alla fine di un'esperienza come questa ci si chiede se valesse la pena assumersi i diversi rischi che ho menzionato nel diario.
Ebbene sì. Le emozioni ricevute e la bellezza di un contatto con la natura così "cerebrale" giustificano ampiamente gli inevitabili rischi che una navigazione del genere comporta.

Abrazos desde todo mi corazon. GIACOMO
A bordo del JABAR volo sull'acqua verso l'isola che sfuma all'orizzonte dove mare e cielo si abbracciano.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
Ammiraglio di squadra
bluprofondo60
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- 6/27
Caro Giacomo, probabilmente tu incarni il sogno di ognuno di noi gommonauti, col tempo sempre contato , presi dalla vita e dai problemi di tutti i giorni e persi a volte in sogni ad occhi aperti, che parlano di mare, di cielo e di vento.Chi di noi non desidera quando e se andrà in pensione , di vivere un' esperienza come la tua, passare giorni di assoluta libertà in compagnia di se stessi e del mare.Sei la dimostrazione vivente che volendo si può fare e che non c' è bisogno di grandi mezzi e risorse per vivere forti emozioni a contatto con la natura.Da marinaio a marinaio, ti faccio i miei più vivi complimenti e ti mando un forte abbraccio.

Alfredo
La vita è la ricerca di un equilibrio, tra i compromessi, le avventure e i momenti di follia...
Tenente di Vascello
tratorin
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- 7/27
Complimenti!
Grazie per aver condiviso!!
Bellissima avventura!.

A presto.
Contrammiraglio
Goku
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- 8/27
Bello ed eccitante!
Mi fa nascere il desiderio di emulazione E... se organizzassimo di fare un'esperienza analoga anche tra noi, per un po' di giorni, ... alla prossima estate?... Rolling Eyes Rolling Eyes Cool
attualmente appiedato!

...dalle vette delle mie Dolomiti 'miravo l'infinito e pensavo al mare...
Dentro le sue onde dall'orizzonte rapito, si sublima ogni pensier .. e il quotidiano scompare...
Tenente di Vascello
Barrotta Giacomo (autore)
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- 9/27
bluprofondo60 ha scritto:
Caro Giacomo, probabilmente tu incarni il sogno di ognuno di noi gommonauti, col tempo sempre contato , presi dalla vita e dai problemi di tutti i giorni e persi a volte in sogni ad occhi aperti, che parlano di mare, di cielo e di vento.Chi di noi non desidera quando e se andrà in pensione , di vivere un' esperienza come la tua, passare giorni di assoluta libertà in compagnia di se stessi e del mare.Sei la dimostrazione vivente che volendo si può fare e che non c' è bisogno di grandi mezzi e risorse per vivere forti emozioni a contatto con la natura.Da marinaio a marinaio, ti faccio i miei più vivi complimenti e ti mando un forte abbraccio.
Alfredo

Caro Alfredo,
le tue parole mi trovano in perfetta sintonia coi tuoi pensieri.
È vero quanto dici che da pensionati si acquisisce una maggiore consapevolezza delle forti emozioni che la natura ci può donare.
Forse anche in età lavorativa le abbiamo vissute un po' tutti ma lo stressante ritmo della vita moderna non ce le ha fatte "gustare" con la dovuta pienezza.

Mi piacerebbe conoscerti di persona. Un abbraccio da marinaio a marinaio in nome del fratello mare che ci unisce. GIACOMO
A bordo del JABAR volo sull'acqua verso l'isola che sfuma all'orizzonte dove mare e cielo si abbracciano.
Mi accompagnano il sussurro del motore e un gruppo di delfini festosi. Ora faccio parte di quell'ambiente meraviglioso. Ora sono felice.
Ammiraglio di squadra
bluprofondo60
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- 10/27
Dalle mie parti si dice : montagne e montagne non si incontrano, ma uomini e uomini è facile che possano farlo. Felice
Per me è un immenso piacere leggere i tuoi racconti , dai quali si riesce facilmente a intuire che persona c' è dietro e sarà un onore, oltre che un piacere, conoscerti di persona.
La vita è la ricerca di un equilibrio, tra i compromessi, le avventure e i momenti di follia...
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